Chiusura attività a partire da che numero d’infetti al giorno? In lingua straniera, specificatamente in inglese, la chiusura delle attività lavorative per pandemia è chiamata “lockdown”. Questo è un termine di un altro linguaggio. Io sono italiano e parlo italiano. Anzi prima di sentirmi europeo (non tanto a dire la verità) devo essere prima di tutto italiano.

In giro però, abbiamo una massa importante di gente che fa esibizionismo linguistico. Vuol dire che preferisce utilizzare la traduzione straniera di un concetto applicato in Italia. Perchè accade questo? Non si sa, rientra nell’immaturità del linguaggio. 

Fatto sta che centrando le semplici previsioni di qualche mese fa, stiamo entrando nella fase 2 della pandemia da polmonite cinese.

Anche su questo aspetto, anziché usare una codice di classifica “virus del tipo covid numero 17” è preferibile riferirsi a chi ha la responsabilità di questa pandemia.

Come ci fu la spagnola 100 anni fa, la responsabilità dell’attuale pandemia è tutta cinese. E’ quindi logico chiamare in POLMONITE CINESE l’attuale infezione per sottolinearne la responsabilità. Vuol dire che i danni vanno imputati a un paese ben preciso: la Cina comunista.

Fatte le dovute premesse veniamo al baby governo italiano, quello diretto a un non votato da nessuno: l’avvocato Giuseppe Conte.

Il non votato da nessuno non è ANCORA riuscito a stabilire da che numero d’infetti in poi si applica la chiusura delle attività. 

La proposta è molto semplice.

Che si applichi la chiusura attività a partire dal singolo comune di residenza.

Superati i 50 infetti appartenenti al Comune, in quel territorio comunale si applichi la chiusura attività. 

Se un Comune di 10.000 abitanti entra in chiusura attività con 50 infetti, uno da 500.000 persone quanti ne deve avere per cessare l’attività lavorativa?

Ecco dove dovrebbe esserci un Governo che invece non è all’altezza della gestione dell’emergenza.

Questa gente del Movimento 5 stelle non sono stati eletti per governare e non sanno farlo per inesperienza.