Welcome mister President: Donald Trump

Ho scoperto Donald Trump nel marzo 2016. Le elezioni sono state celebrate, negli Stati Uniti a novembre. Contrariamente alla massa dei commentatori politici, ho creduto in lui. Infatti nessuno dei miei studi è stato mai pubblicato. Puntualmente quello che ho visto, vissuto e discusso all’interno degli Stati Uniti, si è verificato. Gli analisti politici, in genere, restando sulle città costiere, nei loro comodi uffici, perdono il contatto con la Nazione. E’ accaduto molte volte e prosegue a succedere. Questo perchè l’analista è sempre troppo giovane. Ai ragazzi piace la metropoli e la comodità. Le luci e i ristoranti. La gente e il colore. L’America però non è quella delle grandi città turistiche che si affacciano sugli oceani. Farsi un’idea degli Stati Uniti, tramite San Francisco o Los Angeles come New York, significa solo iniziare a capire.

Finché, ad esempio, l’agenzia giornalistica internazionale, xy, non apre a Kansas City, non capirà mai cosa accade in America.

La prateria resta il cuore pulsante della Nazione. Quindi i deserti a sud e le Montagne. La Rocciosa a ovest e gli Appalacchi a est.

Località solitamente disertate da ogni ricercatore sociale.

Ecco dove sono andato a cercare il punto di vista “degli americani”. Lì ho trovato “Donald Trump”. Certamente non ho visto nulla della Signora Clinton. Puntualmente una ha perso e l’altro ha vinto! Non è stato neppure tanto difficile, con queste visuali, prevedere l’esito elettorale sin da marzo. Oggi Donald Trump giura come Presidente. Welcome mister President!

Trump non piace. Non ha nessuna importanza, piacerà! E’ già accaduto con Donald Reagan. Credo in Trump perchè è il nuovo che avanza. Un nuovo che smonta la globalizzazione che ha tradito le promesse. Sentendomi contro la globalizzazione naturalmente mi rivolgo a Trump. La mia emozione non è per il Signor Donald, ma per la necessità di smontare qualcosa che non funziona. Sono ormai superati il multiculturalismo, la globalizzazione e la sinistra politica. Anche se questo non piace ai nostalgici ex comunisti e generalmente a sinistra. Ovviamente non piace a chi confonde le devianze sessuali con i diritti civili. Nonostante ciò, Trump e la brexit confermano che siamo capaci di fermare qualcosa di sbagliato.

Ecco il punto: siamo capaci di fermarci e riflettere su cosa sta avvenendo per correggerlo. Oggi si chiama Trump e la brexit. Fra qualche mese avremo effetti in Francia, Germania e nella stessa Italia. Benvenuto il nuovo che ferma gli sbagli del passato.