Il vincolo di bilancio come naturale sviluppo della curva di domanda che non ci permette d’apprezzare il concetto di utilità.

Il vincolo di bilancio qui descritto è uno studio che segue ad altri già sviluppati in assistenza a una mia studentessa. In realtà questi spunti sono a favore di tutti i ragazzi che aiuto su microeconomia. La base comune di questi ragazzi è la volontà ma il disagio nel constatare che allo studio teorico non corrisponde pari manualità negli esercizi. Ecco il senso di questi appunti.

Dalla semplice curva di domanda serve un’evoluzione che è rappresentata dal vincolo di bilancio.

Il vincolo di bilancio (che si esprime come la curva di domanda) rapportandosi a 2 beni anzichè al solo prezzo e domanda alza il livello dello studio. La formula del vincolo è semplice. Dato il reddito M la logica del vincolo è: il prezzo del bene “x” più il prezzo su “y” è pari al reddito. In alcuni casi (certi testi) si scrive che la somma tra prezzi e beni è uguale o inferiore al reddito. Si tratta di un errore perchè apre al concetto di risparmio che non è presente nella teorizzazione del vincolo.

Sinteticamente il vincolo è quindi solo la somma dei singoli prezzi dei beni pari al reddito. Non è finita. Il vincolo di bilancio va confrontato con una “nuova” curva, stavolta però non retta ma curva a tutti gli effetti. Questa “curva” si chiama d’indifferenza. Il contatto tra le due curve (vincolo e indifferenza) ci permette di discutere di utilità. E’ fatto completamente nuovo rispetto a quanto svolto fino ad ora. L’UTILITA’ ci porta a comprendere il concetto di MARGINALITA’.

L’utilità marginale è quella che si prova consumando il bene “in più” di una serie di consumo. Non ci interessa più la somma dei beni consumati (come nella curva di domanda) ma solo quello “in più”. Ecco la rivoluzione che ci porta il vincolo rispetto la curva di domanda.

Il punto di contatto tra vincolo e curva d’indifferenza ci permette di calcolare il SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE. Il SMS è tema di un nuovo intervento.