Una fine misera per la Ue ma che nessuno ammette, anzi, s’esalta la compattezza dell’Unione. In pratica si dichiara tutto il contrario della realtà, per celare un disastro politico di grandi dimensioni.

Di che stiamo discutendo? di Ue, Unione Europea alla luce della crisi Ucraina.

L’Ucraina in realtà non rappresenta una novità nel comportamento russo-sovietico.

Va ricordata l’Ungheria del 1956 con fatti sostanzialmente analoghi.

Sulla stessa linea la Cecoslovacchia del 1967.

Non bisogna dimenticarsi quanto accaduto in Georgia (ex repubblica sovietica) nell’estate del 2008.

Quindi l’occupazione della Crimea nel 2014 a danno della stressa Ucraina oggi in primo piano nel 2022.

In pratica il rapporto offensivo fatto di carri armati e artiglieria, rappresenta una costante russa dal 1940 ad oggi.

Stando in questi termini i fatti, si resta “di sasso” quando la maggiore autorità militare della Ue (un generale italiano) dichiara candidamente alla televisione che non poteva prevedere questo tipo d’attacco all’Ucraina nel 2022. Espresso più direttamente il concetto: in che mani ci troviamo in ambito Ue?

Sul piano più strategico, ed è stato qui più volte scritto, la crisi non sarebbe degenerata se 1 mese fa (oggi è il 4 marzo 2022) la Ue avesse chiesto 3 brigate a ogni Nazione aderente. Su 27 paesi, fornendo tre Brigate a testa ci sarebbero stati 800mila uomini armati sul confine russo. I rossi (i russi) meno di 200mila; avrebbero attaccato? NO!

800mila soldati sono domabili solo con ordigni nucleari.

La Ue non è stata capace d’immaginare quanto sta accadendo e neppure reagire.

Se l’Unione non sa immaginare e tanto meno reagire, a che serve?

E ora che si fa? La Ue politica può tranquillamente essere abrogata per inutilità. Al suo posto resta la parte economica che si chiama MEC come CEE. Per evitare definitivamente una fine misera all’idea politica, in ambito Ue, è sano istituire un ufficio di coordinamento tra singoli governi. In tutto 5 persone non di più, con il compito d’interfacciare gli orientamenti di un governo con l’altro.

Una struttura di 5-10-15 persone, per la nuova Unione politica, sono più che sufficienti.