Terrorismo sta ad ecologia come la politica all’ideologia.

Ripassando dentro la mia mente gli ultimi 60 anni di storia tornano alla mente molte immagini di terrorismo nei visi degli attori di quei tempi.

Tutti visi di gente arcigna, arrabbiata, irosa, bruciata dall’odio verso qualcosa o qualcuno.

In questo filone vedo anche la Greta-gretina, quella figliola che va in giro a strombazzare il suo odio verso un mondo che le ha permesso di nascere.

La Greta-gretina è la nuova faccia del terrorista; quella che guarda male al presidente degli Stati Uniti e strilla anzichè concettualizzare.

Mi è capitato recentemente di trovarmi in un hotel zeppo di ragazzi; tutti ecologisti fino al midollo.

Inutile dire (quando la doccia viene fatta) quanti litri di acqua sono stati sprecati restando molto tempo sotto la doccia per lavarsi. Il giovane non capisce che la doccia consuma e brucia 50 litri al minuto.

Oltre il solo enorme spreco di acqua per le docce, l’albergo ha contato anche 20mila euro di danni arrecati alla struttura.

Quello che ho contato io invece sono le carte gettate a terra e in genere lo sporco prodotto da una massa di “unni” in età giovanile tutti ecologisti!

Vuoi vedere che il nuovo terrorismo, quello oltre le Brigate Rosse ora si chiama ecoterrorismo?

Da queste brevi considerazioni nasce una profonda diffidenza verso la Greta-gretina e tutti i figlioli che scodinzolano dietro al nuovo mito.

Del resto è tipico dei ragazzi d’infatuarsi su qualcosa. Nella mia generazione fu la politica e il terrorismo che ne seguì. Oggi è l’ecologia e il terrorismo che ne consegue.

Abbiamo sempre un terrorismo a seguire dalle manifestazioni più accese vissute dalle generazioni giovanili dal 1968 in poi.

L’autunno caldo e l’era della contestazione hanno introdotto nella società il mito dell’odio che si traduce in terrorismo crudele e cruento per uccidere.

Chissà come mai il 1968 sta al terrorismo come la contestazione alla superficialità.