Tecnica di gestione degli ostaggi nei confronti d’Hamas. Quanto qui scritto si piega a chi di professione svolge questo lavoro e si trova sul campo. La proposta dialettica cerca solo d’essere di contributo.

Relativamente agli aiuti alla popolazione di Gaza si vorrebbe fossero subordinati al rilascio degli ostaggi. Mi spiego.

Una tonnellata = 1 ostaggio vivo e nelle stesse condizioni della cattura. In assenza di scambio nessun aiuto deve pervenire o passare a favore d’alcuno.

Se la popolazione di Gaza sta male, assalti le postazioni di Hamas, segnali agli israeliani i siti di detenzione degli ostaggi e si ribelli contro Hamas. La mancata ribellione ad Hamas vuol dire convivenza e quindi dividerne il destino. La distruzione fisica d’Hamas è di conseguenza la distruzione della città e cittadini di Gaza.

Le parole sono dure, ma è quanto si ritiene necessario nei confronti dei nuovi barbari. Questi individui primitivi, appunto barbari, sono oggi Hamas, i russi fedeli al Putin, gli arabi schierati contro Israele, i cinesi comunisti, gli iraniani e i nord coreani. Questi sono i barbari dell’era post-globalizzata. Come i barbari furono o massacrati dai romano o assimilati dall’Impero Romano così gli stessi primitivi d’oggi.

C’è irritazione verso gli aiuti che entreranno nelle prossime ore verso Gaza perchè sono regalati e immeritati. E’ come sostenere ancora Hamas anzichè stritolarla come si vuole fare.

C’è anche un altro aspetto, non connesso alla gestione degli ostaggi ma relativo alla gestione generale della crisi.

Hamas è condannata se la si lascia marcire nel suo putridume. L’ingresso dei soldati israeliani porta a contatto fisico i barbari con l’unica democrazia del Medio Oriente; perchè sacrificare i nostri soldati quando la pulizia la devono fare i cittadini di Gaza? Hamas è un problema interno al mondo arabo, dev’essere risolto tra di loro.

Le premesse perchè Gaza faccia pulizia ci sono tutte, basta solo aspettare.

Piccolo contributo di strategie nella tecnica di gestione degli ostaggi.