Polmonite cinese fase 2 vuol “provarci” sperando “che me la cavo” sulla pelle della gente. Non sono bastate 29.000 persone già morte, ne servono di più.

E’ un peccato che il virus cinese si sia specializzato su gente che, tutto sommato aveva solo un anno e mezzo o forse due da vivere ancora. Il riferimento è al 50% dei decessi. Per un virus più “democratico”, cogliendo ogni fascia generazionale, il coinvolgimento sarebbe forse stato più appassionato di quanto sia stato.

Andando oltre la difettosa distribuzione del virus cinese su scala sociale (del resto il made in China è sempre difettoso) restano le aspettative da polmonite cinese fase 2. Perchè si è frettolosamente tornati al lavoro dopo appena due mesi di protezione domestica? In tutta franchezza sarebbe bastato aggiungere 1 mese ai due già trascorsi per avviare in sicurezza la fase due. Ciò non è avvenuto. 

Sulla storia della polmonite cinese fase 2, lo pensano tutti, ma nessuno ha il coraggio di dirlo in chiaro.

La verità è che gli aspetti economici, seppur importanti, sono stati posti in cima alle priorità e questo non solo in Italia, ma ovunque in Occidente.

La percezione è che nel giro di neppure qualche giorno, gli infetti aumenteranno fino a far tornare critica la gestione degli ammalati come fu solo 1 mese fa. 

Si tratta di puro pessimismo? E’ possibile.

Potrebbe trattarsi di rabbia perchè i morti sono più persone mature che giovani? Anche questo è possibile.

Probabilmente però c’è dell’altro.

Ogni giorno mi guardo intorno e ringrazio Dio d’essere ancora vivo. In tutta franchezza potrei essere morto già da diverse settimane e invece sono vivo! Non credo che questa sensazione sia anche delle altre persone. Credo che “gli altri” non abbiamo pari coscienza sentendosi sei sopravvissuti. 

Da questa diversa percezione dell’essere, deriva una sensibilità opposta verso la polmonite cinese fase 2. 

Auguriamoci che le riflessioni qui formulate siano errate.