Le conseguenze economiche sul PIL italiano dall’epidemia cinese da corona virus, mi sono sollecitate da una mia carissima studentessa di macroeconomia, Paola Vassalli.

Come non rispondere?

La caduta del PIL italiano dovrebbe assestarsi intorno al -2% nel 2020.

In realtà il Paese era già in recessione ma non lo si poteva dire per necessità d’immagine del “Governo” in carica. Tale pessimo risultato si è confermato con la tendenza al calo industriale iniziato in autunno 2019 e proseguito su gennaio 2020.

Ne consegue che la recessione in Italia è già nei numeri, l’epidemia da “peste cinese” aggrava soltanto un quadro già compromesso.

Il termine “peste cinese” deriva dall’accostamento tra il corona virus e la peste più classica come infezione di derivazione animale all’uomo. Non è ancora certo se il tutto sia nato da un serpente venduto come alimento al mercato in Cina.

Tornando al tema, le conseguenze economiche dell’Italia da infezione cinese stupisce la portata rispetto al resto del mondo.

L’Iran non ha mai chiuso i contatti con la Cina cercandosi letteralmente l’epidemia.

La Corea del Sud e il Giappone si trovano in condizioni di vicinanza drammatica alla Cina per cui naturalmente coinvolti.

Per l’Africa si resta in attesa ma l’Italia?

A questo punto le conseguenze economiche da infezione cinese passano in secondo piano rispetto ad altri passaggi più importanti e strutturali sul caso italiano.

Un governo non rappresentativo della Nazione che “governa”. Un partito, il 5 Stelle non idoneo a governare il Paese (impreparato). Un Capo del Governo non votato da nessuno e quindi irresponsabile sul piano politico.

Il Capo dello Stato che nomina il primo arrivato senza alcuna investitura elettorale (il Conte che segue al caso Renzi e al prof, Monti) tutta gente che ha governato senza l’autorevolezza che deriva dal voto.

L’elenco di queste carenze istituzionali lasciano in secondo piano l’aspetto economico.

La conseguenza da un PD ex PCI che ama far affari con i comunisti sono la povertà.

Il guaio è quando la povertà si trasforma in miseria ed è il caso italiano.