La Confindustria in Italia rappresenta un ostacolo al progresso. Estate 2018, di fronte a una revisione dello sfruttamento nel lavoro (stage e apprendistato) la Confindustria resta con gli sfruttatori.

La Confindustria in Italia non è arretrata o progressista, solo sfruttatrice del lavoro. Con questo atteggiamento non è stato capito che il 70% degli elettori, nelle recenti elezioni di marzo 2018, ha bocciato la Confindustria. Com’è possibile tenere in piedi un sistema industriale che fa acqua da tutte le parti? Sfruttamento della Nazione per delocalizzazione creando disoccupazione, sfruttamento delle persone con contratti fasulli, cos’altro? Una Confindustria ridotta a rubacchiare a destra e manca, non è degna di un Paese che è ai vertici nel mondo per civiltà.

Perchè la Confindustria non ha capito che disprezzando il cliente-lavoratore sarebbe andata al macero della storia?

Per gli imprenditori non esiste un iter formativo adeguato. Nonostante la pomposità della stessa Confindustria, non esiste una laurea in imprenditoria. Quei pochi imprenditori laureati lo sono in economia, legge, ingegneria; nessuno in Imprenditoria. Non è però questo il punto all’ordine per oggi. La questione è un’altra. Maltrattare i ragazzi nei contratti di stage e apprendistato ha, ovviamente, determinato la rivolta contro le imprese (gli sfruttatori). Ci voleva tanto per capirlo? Che fine ha fatto la gestione delle risorse umane?

Ai miei tempi (non credevo d’essere così vecchio) le imprese si preoccupavano della loro immagine. Maltrattare un dipendente significava perdere un cliente. Oggi non è più questa la preoccupazione delle aziende. Nonostante le stupidate del Sole 24 Ore del 4 luglio sul “tuffo nel passato” relativamente alle nuove norme “dignità” sul lavoro del Governo, il sistema imprese italiane ha perso dignità. La Confindustria non educa più nessuno essendo parte del degrado morale e di contenuti del mondo imprenditoriale nazionale. Con gente di questo tipo dove vuoi andare?

Serve un Risorgimento morale e tecnico nel mondo delle imprese italiane guidate da mezzi analfabeti.