La cessione agli utenti dei beni demaniali rappresenta un passaggio sulla strada del riequilibrio del bilancio dello Stato. Si tratta di un argomento così semplice, diretto, eppure risulta così difficile!

Cerchiamo di chiarire il concetto.

Lo Stato possiede dei beni demaniali. Alcuni di questi sono in uso, altri in stato d’abbandono e altri ancora affittati all’utenza. L’idea per far cassa a favore dello Stato è molto semplice.

Tenersi il demanio dello Stato dove funzionale alle necessità di funzionamento degli Enti e organismi: caserme, aree geografiche etc.

Cedere senza indugio a privati (non a consorzi che poi ci fanno “la cresta sopra”) i beni del demanio non in uso.

Quindi cedere agli utenti utilizzatori dei beni demaniali incassandone il valore.

Su quest’aspetto un approfondimento.

Nella sola città di Milano pare che il demanio dello Stato gestisca appartamenti affittati agli utenti a importi mensili che oscillano tra i 150 euro e i 600. Seicento quando l’utenza è scaduta e non è stata rinnovata, 150 euro quando l’utenza è ancora valida. La manutenzione di un alloggio costa ben più di quei 150 euro d’affitto ottenuto dall’utenza con il contratto in vigore. Effettivamente il demanio sta guadagnando dall’utenza con contratto scaduto che paga cifre del tipo 600 euro. Un’utenza, a dire il vero, che stupidamente il Damano vuole anche sfrattare nonostante ci guadagni!

Per evitare gli sfratti e contenziosi la soluzione è semplice. Sia chi paga 150 euro d’affitto mensile, sia quelli a 600 euro, a entrambi sia data la possibilità d’acquistare l’immobile chiedendo o no un mutuo in banca (sono fatti loro, dei privati).

Lo Stato incamera il valore dell’immobile ex demanio dello Stato e decide cosa farci con quel denaro. Potrebbe essere ridurre il debito pubblico o re-investire in nuove palazzine che a loro volta funzionano da volano per l’economia.

La cessione dei beni demaniali diviene in questo modo spunto e slancio per il sistema economico.