Cartella esattoriale; è in atto un ripensamento sull’intero sistema e questo è un bene. Ci sono 16 milioni di cartelle esattoriali attive per 55 milioni d’abitanti. Qualcosa non funziona, sono troppe!

Possibile che 16 milioni di contribuenti non hanno pagato o non possono farlo per cartelle esattoriali a loro carico?

Il pensiero più diffuso è che l’esagerato numero di cartelle esistenti derivi da:

  • una disinvoltura dell’Agenzia delle Entrate sull’argomento;
  • un’eccezionale durata nel tempo delle stesse.

Giustamente il nuovo esecutivo si è posto il problema di una corretta gestione dell’argomento. Al momento i diversi interventi sono stati eseguiti in relazione all’importo (per valori molto contenuti a dire la verità).

E’ auspicabile che eventuali nuovi interventi non siano motivati per importo, ma per la durata in anni d’esistenza del documento.

In Europa la cartella ha una durata di perseguibilità del cittadino per anni 3,5. In Italia ci sono cartelle che hanno maturato 25 anni. Tra il quarto di secolo (25 anni) e i 3,5 in ambito europeo, è possibile trovare un punto d’equilibrio?

Una proposta corretta potrebbe considerare validi i documenti di persecuzione del cittadino tra i 5 e i 10 anni. Ovvero una cartella che sia possibile rinnovare solo 1 volta avendo un valore in termini di tempo di 5 anni.

Una proposta di riforma adeguata potrebbe contenere la decadenza di tutte le cartelle esistenti e già rinnovate a partire da 10 anni alla data del provvedimento di legge. Ciò vuol dire, ad esempio, a far data 31 dicembre 2022, l’estinzione di ogni cartella esistente e rinnovata alla data del 31 dicembre 2012.

L’Italia si “sente” come sentimento “europeista” senza però rispettare:

  • la circolazione di contante e annessi pagamenti che all’estero è pari a 10mila euro;
  • la validità in anni della cartella esattoriale.

Come mai siamo “europeisti” su alcuni argomenti e non su altri?

L’auspicio è che sia prossimo un provvedimento di legge che liberi il cittadino in una sanatoria nel modello di grazia e perdono.