Immaterialità e Pubblica amministrazione; un ingenuo connubio in grado di mettere in piazza e compravendita i dati sensibili degli italiani.

Il concetto non è difficile da capire: ogni dato che è transitato dal cartaceo al virtuale è corruttibile e cancellabile.

Gli ultimi 33 giorni di storia, oltre a chiudere il capitolo della globalizzazione, hanno posto a nudo un altro problema: l’insicurezza del virtuale.

Esiste una Nazione che si chiama Russia (in realtà unitamente alla Cina) che per scelta ha deciso di sabotare le linee virtuali dell’Occidente. Tradotto in termini pratici vuol dire trovarsi il conto corrente svaligiato. Non è finita: tutti quelli che dal portale della PA hanno inserito i propri conti correnti bancari e dati sensibili posso essere venduti a kg sul mercato delle informazioni.

Possibile che nessuno se ne renda conto? Oppure, meglio, tutti lo sanno, ma nessuno vuole metterci mano!

Probabilmente questa seconda interpretazione è più corretta.

Che si fa? Semplice!

Il virtuale, con maggiori soglie di protezione, va usato di giorno per lavorare, ma alla notte, ogni dato va trasferito in cartaceo e conservato in archivio. Con una procedura di questo tipo, la perdita dati si limita a meno di 24 ore. Quando si usa il dato immateriale è necessario partire dal presupposto che sia possibile venga compromesso, perduto, modificato, frodato, rivenduto ad altri.

Questi concetti sull’immaterialità non li vuole sentire nessuno. Nonostante ciò la storia recente c’insegna che sono stati applicati in Estonia nel 2007, quindi Georgia nel 2008, Ucraina 2014 e 2022. E’ storia recente e la pessima esperienza già vissuta è ormai trascritta in ogni libro; perchè non leggere per capire?

Serve usare cartaceo quale atto di garanzia. I Comuni non possono imporre l’immateriale negli atti civili con quel giocattolo dello spid. Il sistema spid è fallito perchè il virtuale non è garanzia di nulla. Un fallimento come quello già accaduto all’email “pec”, tutte “novità” che non sono servite se non per allargare l’esposizione a rischio.

Un ringraziamento alla Signora Laura Canali per aver trasformato la geografia in arte.