Fase danese quale seconda delle quattro che ha caratterizzato la Guerra dei Trent’anni. Questa parte della storia si sviluppa tra il 1625 e il 1629 a differenza delle precedente boemo-palatina aperta tra il 1618 e il 1623.

La fase danese è molto più ricca di scontri bellici rispetto alla precedente e ci sono delle grandi novità. Fatti che non erano mai accaduti nella storia occidentale e del mondo fino ad allora.

Nella primavera del 1625 la corte degli Asburgo viene investita da una proposta: richiesta d’autorizzazione per allestire un esercito privato.

L’autore della proposta fu un nobile boero già noto alle cronache: Albrecht von Wallenstein. Una figura di questo tipo si confermò, a quel punto come centrale nell’intero sviluppo della Guerra dei Trent’anni.

Ecco qui rappresentato il Duca nella sua espressività oltre all’immagine di copertina.

Il Duca fu rivoluzionario perché offrì, a costo zero, alla corona asburgica un esercito di 24mila uomini. La guerra a quel punto non fu più una questione d’idee ma un semplice affare. Già erano esistite le compagnie mercenarie, ma mai a un livello così elevato e organizzato. Wallenstein giunse a comandare una forza militare organizzata, nel 1630, di 150.900 soldati. Una novità assoluta nel panorama culturale occidentale.

L’ordine di grandezza diventa comprensibile nel confronto con le città tedesche.

Solitamente Norimberga, Lubecca, Amburgo, Augusta, Strasburgo e Colonia erano centri abitati di 40-48mila abitanti. Nessuna città avrebbe potuto resistere alla massa d’impatto di una simile forza armata. Me non è tutto. Al seguito degli armati, che nel 1620 salirono dagli iniziali 24mila e 61.900 per poi diventare 111.100 l’anno successivo, c’erano le famiglie. Più precisamente una struttura logistica di sostegno all’esercito. Ecco che lo spostamento di questa forza assunse le dimensioni di una migrazione.

Per sostenere un’armata di quel livello, il Duca applicò una politica a 2 pilastri.

Il primo pilastro gli fu offerto dal banchiere calvinista Hans de Witte di Anversa, già in affari con il Duca ai tempi della Kipper und Wipperzeit. L’ironia della sorte fu che gli stessi protestanti finanziarono il più importante esercito che i cattolici avessero mai avuto.

Il secondo pilastro riguardò le città dove l’armata stazionò. I centri urbani si trovarono a pagare in denaro e rifornimento il sostentamento dell’esercito. Una struttura armata che non ebbe ritegno d’estorcere ciò che riteneva dovesse ricevere! 

La fase danese della Guerra dei Trent’anni era pronta a scattare.