Facebook e la censura; un argomento d’attualità. Come noto su Facebook si trovano cani e porci, ma anche persone per bene.

Il lessico utilizzato da TUTTI spesso è scadente e offensivo. Considerato che ciò ha colpito pesantemente una Signora in politica, l’Onorevole Boldrini, Facebook è intervenuto con la censura a tutto campo e politicamente orientata.

Censurare frasi oscene, prive di concetto è corretto.

Al contrario censurare atti del pensiero è sbagliato. In Facebook sta accedendo qualcosa di sbagliato in quanto sono state probabilmente arruolate le persone inadeguate al ruolo.

I nuovi censori di Facebook si sono spinti oltre l’offesa e la volgarità censurando qualsiasi pensiero che non sia nel convenuto, del tutti dicono così e nella monotonia consuetudinaria.

Così facendo Facebook è ulteriormente scaduto nella qualità della comunicazione sociale.

Ridotto in questi termini a che serve Facebook? possiamo anche chiuderlo!

Chiuso o abbandonato Facebook serve un sostituto; ma ci serve veramente? Non è possibile evolvere dal livello social al rapporto diretto con amici e conoscenti creandosi propri spazi di comunicazione?

Il problema della comunicazione privata o auto-referenziale (come sta diventando Facebook con le sue stanze private ad argomento unico) è la monotonia.

In pratica noia e censura stanno seppellendo Facebook.

Come possiamo immaginare il mondo della comunicazione sociale leggera, quella senza concetti e idee oltre Facebook?

Credo la prima cosa da fare sia EDUCARSI su un livello più impegnativo di relazione sociale.

Spesso leggo in Facebook interventi del tipo: “buongiorno a tutti“. Caspita che pensiero evoluto!

Nel momento in cui ci siamo ridotti a questo stadio di evoluzione concettuale, la trappola è scattata: il web contribuisce solo all’abbrutimento della mente e persona.

Il problema è anche chiarire chi dovrebbe educare la massa che “naviga” in questo mare di pubblicità commerciale, in cui è ridotto il WEB, permettendoci così la gratuità del servizio per email e quant’altro.

Non credo ci sia scampo: dobbiamo EDUCARCI noi stessi e chi non ci riesce è spacciato, isolato, perduto. La vita è dura e quella di Facebook ancora peggio.