Donbass come la nuova Sarajevo di quel 28 giugno 1914. Certo l’affermazione è veramente pessimista ma ovviamente motivata.

Di cosa stiamo parlando? di una regione di confine tra l’Ucraina e la Russia. Quest’area, strutturata su 2 province, soffre la presenza di popolazione russa al 38% che pretende e vuole l’indipendenza dall’Ucraina. Ovviamente siamo alla follia pura, uno stato di ribellione civile sostenuto e alimentato dalla Russia che usa i disordini per intercedere e annettersi le province.

In realtà cosa ci sia nel sottosuolo della Regione non si sa, ma pare che non sia una questione di strategia o sfruttamento del suolo. La vicenda è solo e soltanto di povertà umana. In questo caso la miseria si chiama nazionalismo.

Non che il nazionalismo non rappresenti una parte sana del corpo sociale, ma come tutte le cose della vita, in alcuni casi impazzisce; è questa è la vicenda.

In un paragone, IL NAZIONALISMO E’ COME UN BUON VINO.

2 BICCHIERI, AL MASSIMO 3 RAPPRESENTANO UNA BUONA IDEA, OLTRE DIVENTA SBRONZA.

Il nazionalismo russo è decisamente nel contesto della sbornia neppure di vino, ma di vodka.

Chiarito che siamo in un contesto di patologia del comportamento politico e collettivo, (se un braccio s’ammala lo amputiamo?) la Russia ha sostituito al fanatismo comunista quello nazionale. E’ sempre e comunque fanatismo!

Inoltre la cattiva fede della Russia è conclamata dal supporto aperto che fornisce ai ribelli russi del Donbass. Un atteggiamento di questo tipo dovrebbe provocare un effetto diretto alla Russia.

Significa chiedere l’esclusione della Russia da ogni contesto internazionale.

Non si tratta solo dell’ONU (perdita sopportabile) ma un embargo commerciale di lunga durata, non acquistando più nulla e neppure esportando niente ai russi.

Un’esclusione che anticipa quella da adottare verso la Cina.

Si ripete che ai fini del comportamento governativo, si scrive Russia ma si pronuncia Cina.

Per meglio capire il Donbass come problema (questo studio è solo il primo di una serie di 3 articoli) qui un importante supporto cartografico.

Si deve ringraziare l’arte della Signora Laura Canali che ha saputo fare della cartografia una forma espressiva. Queste opere d’arte completano gli studi pubblicati nell’unica rivista di geopolitica italiana. Si ringrazia sia la Signora Canali sia la testata per cui opera.