Canada, provincia dell’Ontario

di Giovanni Carlini

Che cosa pensavo di trovare: Avendo rilevato un’anomala concentrazione di garden in una così ristretta area geografica, al cui centro c’è un grande giardino botanico, l’idea di fondo è che potrebbe esserci una sorta di coordinazione tra i garden, per cui possono essersi:
a) consociati;
b) organizzati fondando un grande giardino botanico, tale da attirare un gran numero di visitatori;
c) specializzati in diversi settori, in modo tale da non accavallarsi gli uni sugli altri, dividendosi il flusso di clientela?
Questa è l’abbozzo d’idea che ho recepito, prima di partire e per la quale sono giunto fin nella provincia dell’Ontario. Questa regione si trova esattamente al confine con lo stato di New York, e le cascate del Niagara ne indicano il passaggio. L’area interessata parte dal confine e giunge sino alla città di Hamilton, (50 km a sud di Toronto).
Cosa ho trovato: Il clima, nonostante la latitudine è mediterraneo. La lingua di terra (40 km per 60) interessata da questa ricerca è collocata nella regione dei Grandi Laghi. Dei 5 bacini lacustri, che costituiscono la regione, ben 3 bagnano quest’area, e sono: il lago Ontario, l’Erie ed il più periferico Huron. Il giardino botanico, che mi ha spinto nella ricerca, è in effetti un’istituzione, presente dal 1920, capace di richiamare ogni turista in transito per questa parte del paese, che sia o no, interessato al “verde”, ma non ha alcun contatto o ricaduta sui 78 garden della zona; e neppure influenza i restanti 49, che si trovano a nord del settore visitato e non coinvolti dal presente studio. Il vero segreto, che fa convivere così tanti garden, in questo fazzoletto di terra, è la filosofia “distretto”. Qui è stato istituito il distretto del vino, con marchio depositato, come in Italia, che trascina con sé, sia la frutta, che la vendita di piante e fiori. Concretamente, il vino porta a sistema, in perfetta triangolazione a geometria variabile per intensità e distribuzione, zona per zona, sia la produzione della frutta, venduta direttamente al pubblico in transito, che l’offerta di piante, fiori, arbusti da frutto, progettazione e realizzazione di giardini, vasi, animali e mangimi, candele profumate e quant’altro solitamente offerto da un garden.
La morale: Prima di andare a chiedere “lumi” direttamente ai protagonisti dell’offerta, qual è il senso di quanto qui descritto? Ovviamente non esiste un’unica traduzione per spiegare un evento, certamente quest’esperienza contribuisce a far comprendere come sia possibile fare “business” e crescere, gestendo un garden in una concentrazione-concorrenza ad altissimo livello.
1) il garden a sè stante ha potenzialità limitate; deve porsi in sistema con altri livelli di offerta commerciale, che in questo caso sono il vino e la frutta, ma possono anche variare per vocazione locale. Anche se una di queste “industrie” assurge a distretto, poco importa, perché l’uno tira l’altro ed il consumatore è felice di trovare frutta fresca comprandola da chi l’ha prodotta, con un buon vino offerto mezzo chilometro dopo e quindi il garden a completare o iniziare il percorso.
2) da notare che ogni struttura, vino, frutta, garden è altamente personalizzata! Non si va “al garden”, ma a quello della Signora Mori, per proseguire nel garden del signor Smith, come il vino è quello prodotto dagli italiani immigrati dalla Sicilia della tenuta “Pillitteri”, a cui segue quello locale, e così via. Insomma si potrebbe anche pensare ad un turismo che richiama, nel medesimo segmento merceologico, più acquisti perché l’offerta è eccezionalmente personalizzata e differenziata. Quindi più acquisti di vino, di frutta, di fiori e piante, per singola gita.
Intervista alla signora e vedova Mori proprietaria del più famoso e affermato garden della zona
Grazie Signora Mori per aver concesso quest’intervista a Green Up. Giungo a Lei dopo aver intervistato altri 4 gardenisti ,perché invitato a far riferimento alla Sua struttura, ma anche richiamato dal depliant che ha fatto: 96 pagine! Mi può raccontare di Lei?
Sono una donna di 45 anni, vedova da 18 mesi, ma imprenditrice da 15 anni. La gestione del garden che ho sviluppato con mio marito, ma ricevuto come idea dal suocero, che ne gestisce uno confinante con il mio, realizza pienamente la mia creatività di donna. Lei mi accennava ad una difficoltà, che incontrate in Italia nel definire un ruolo di “gardenista” per le donne essendoci pochi casi e comunque tutti riconducibili alla posizione di moglie-suocera-sorella-vedova; è vero, ha ragione perché anche in questo contesto, in Canada si presenta la medesima problematica. Posso solo dirle, “con il senno di poi” che la mia femminilità è assolutamente completata e anche realizzata nel garden che dirigo. Perché? Il disegno creativo nella realizzazione di parchi e giardini, la realizzazione di più atmosfere, successive tra loro, che accompagnano e stimolano il cliente, dall’ingresso e per tutta l’area del garden, mi ha concesso di dare una forma alla fantasia. In questo mi sento donna realizzata.
Com’è organizzato il Suo garden?
Abbiamo pensato ad una doppia entrata. Quella “diretta” che fa accedere subito alle piante e fiori, che transita di fronte alla cassa, ed un’altra, immediatamente di lato all’ingresso principale, che attraverso un patio, in stile orientale (coreano-nipponico), introduce il visitatore ad un percorso dedicato. In questo modo espongo il giardino all’italiana (giochi di acqua con siepi sempreverdi), quello coreano (arricchito di ceramiche a pagoda), il prato all’inglese e quanto la stagione mi permette di esporre. All’area a tema, seguono ovviamente le piante e fiori, ricongiungendosi con il percorso di chi ha scelto l’altra entrata. Tutti, avvicinandosi alla cassa, possono apprezzare l’area dei vasi, le terrecotte, i terricci stranieri e locali, quindi i bagni per il pubblico e l’interno dell’edificio, ad un solo piano, in legno, dove progettiamo ed esponiamo, candele, cartoline ed oggettistica.
Posso avere delle dimensioni?
L’estensione è di un 1,5 acri, ci sono 20 dipendenti (in maggioranza donne) ed il fatturato si attesta su 1,8 milioni di dollari USA.
Rispetto agli ultimi 5 anni come si è sviluppato il suo fatturato?
3 anni fa era di 400.000 dollari
La prego di confermarmi il dato e se può di spiegarmelo; lei passa in 3 anni da 400.000 dollari a 1,8 milioni?
Si è vero e confermo quanto Lei ha compreso e trascritto. In questa zona, mi riferisco ai 25 kmq dello zoccolo di terra chiuso tra il lago Ontario, il confine e l’autostrada (QEW e 405 est) ci sono 23 garden e noi ci troviamo a Niagara on the Lake. Lo sviluppo del mio business si basa su alcuni aspetti di fondo che ora elenco:
a) chi volesse trovare e provare un fertilizzante vietnamita, come cileno, osservandone i diversi effetti, non può che venire da me. Oltre ad essere esotici, questi prodotti, hanno delle specifiche peculiarità, tali da rendergli particolarmente dedicati alle orchidee. Quindi mi sono voluta staccare dalla massa dell’offerta degli altri garden, creandone una mia, personalizzata che si trova solo qui.
b) il cambio di prodotti non basta per aver successo, ma ho modificato la stessa struttura dell’offerta. Solitamente gli altri garden sono organizzati con una rosa di prodotti offerti, che si struttura nel seguente modo: 60% dedicato agli animali (e quanto ruota intorno ai loro bisogni ) 5% ai vasi, 30% alle piante, fiori ed alberi, infine un 5% tra terricci, candele, oggettistica.
Io ho ripensato la mia offerta nei termini di un 10% agli animali, 10% per vasi, statue e patio da giardino, 10% ai terricci specializzandomi per tipologia e provenienza e ben un 70% agli alberi da frutto, piante e fiori! Io sono un vero garden, gli altri sono solo dei negozi.
c) ho un corpo venditori, che condivido con mio suocero. 12 persone, compreso il direttore commerciale, che operano sia in Canada (provincia dell’Ontario) che negli Stati Uniti. In pratica ci spingiamo anche a sud fin nelle pianure dell’Ohio ed ad est nel New England non superando i 400 km quale raggio d’azione.
d) ed ora veniamo al famoso depliant, che tanto le piace e l’ha portata qui da me. 96 pagine di catalogo comportano un incremento che per il mio garden vale di 2% in fatturato. Viene ristampato ogni 2 anni ad un costo di 20-30.000 dollari canadesi per 100.000 copie. Il mio catalogo è privo di prezzi, quello di mio suocero ha invece, ad ogni voce, la connessa quotazione. Questo dipende dalla filosofia di produzione. Io dipendo dalle importazioni ed i miei prezzi sono oscillanti, lui è invece stabile, rivolgendosi solo a produttori locali, quindi i prezzi di mio suocero sono pensabili su un lasso di tempo di 2 anni. C’è da notare come il costo del catalogo (indispensabile quando si ha una rete di venditori che operano a distanza dal garden) sia particolarmente contenuto grazie al personale di progettazione, che ho “in casa” provvedendo loro stessi ai disegni, le bozze e quindi fotografie.
Grazie per questa intervista e la Sua testimonianza, Signora Mori, complimenti per come ha saputo distinguersi ed offrire un servizio originale attraverso il garden.