Battaglia a Milano contro la polmonite cinese proveniente dalla mancata e tempestiva delimitazione di zone rosse in provincia di Bergamo.

Indotto e introdotto dalla bergamasca, il virus cinese è a Milano.

Giorni fa l’epidemia aveva colpito 600 persone in città, oggi, 20 marzo siamo a 4.000: la diffusione è a dir poco eccezionalmente rapida.

In effetti basta vedere quanta gente corre nei parchi per assistere alla diffusione del contagio.

Perchè prendersela con chi corre? E’ facile. Chi va a fare la spesa alimentare viene sfiorato da uno che corre e respira senza mascherina in forma accelerata.

La diffusione dell’aria espulsa dai polmoni, in quel caso, è rapidissima e su una distanza maggiore di 1 metro tale da colpire tutti quelli che sfiora.

Ecco trovati gli untori della nuove peste milanese. Ovviamente non è solo questa la causa della diffusione del virus, ma ha la sua rilevanza.

In realtà la responsabilità corre a chi non ha saputo distinguere tra DIVIETI e RACCOMANDAZIONI. La battaglia a Milano parte da qui.

Perchè questa battaglia si acutisce a Milano rispetto a Lodi o Bergamo?

Il motivo è semplice: l’intensità dell’area abitata incide come pressione sulle strutture sanitarie sottolineando il solito problema; la sanità “migliore del mondo” come detto più volte dal Governo, non è calibrata alla popolazione.

ATTENZIONE, quanto qui scritto non critica il senso civico e di professionalità del personale sanitario italiano!

Al contrario qui si critica chi ha pianificato la sanità nel Paese che spaccia come la “migliore al mondo”.

Come fa una sanità “migliore al mondo” a incepparsi sui primi 2.000 malati distribuiti tra Lombardia e Veneto? E’ chiaro che qualcosa non funziona.

Fortunatamente si stanno aprendo o riaprendo nuovi ospedali (prima dismessi) in ogni angolo del Paese.

Dispiace sapere che la Sanità Militare avrebbe potuto svolgere la sua parte in questa pandemia ed è la grande assente. Veramente peccato.

E’ stato già scritto in questo web che si auspica, con gli ingenti fondi immessi sul mercato, che la Sanità Militare possa diventare un organo di riserva per le grandi calamità. Oggi così non è.

Infatti a Milano c’è l’Ospedale Militare di Milano dell’Esercito, quindi anche il Centro Medico Legale dell’Aeronautica ma sul cui utilizzo si fa poco.

La battaglia a Milano è aperta e i morti saranno molti, troppi, tanto da modificare definitivamente il corso politico del futuro.