Antieuropeista per naturale conclusione come logica conseguenza.

Gli Stati Uniti sono un popolo suddiviso tra 50 entità territoriali (Stati); gli europei sono 26 Stati che provano ad essere un popolo senza riuscirci. Se le cose stanno in questo modo, è saggio che ognuno resti a casa propria collaborando con gli altri. L’idea di fondo, alla base della collaborazione europea, fu di smettere il confronto armato. Di fatto ed è vero che un continente continuamente sollecitato in termini bellici non evolve. Quest’idea fu corretta e il successo è inequivocabile. Ora però, tra lo smettere di farsi la guerra collaborando e l’unirsi in un unico popolo dov’è il nesso? Ecco dove fallisce l’idea europea.

Nel passaggio da un’idea di collaborazione (corretta) ad una di fusione tra popoli diversi: il fallimento dell’Unione europea è tutto sintetizzato in queste poche parole.

Nessuno ha mai contestato che si collabori in Europa!

Infatti sul piano della collaborazione, quando abbiamo organizzato un ufficio con un capo e una dozzina di dipendenti chiamato “ufficio centrale di smistamento delle diverse richieste di collaborazione tra stati diversi”. Un’organizzazione di questo sito sarebbe snella, efficace e in particolare poco costosa. Forse è questo il punto. La politica non vuole qualcosa di poco costoso perchè deve gestirla lottizzandone i posti da consegnare in base alle clientele. Ecco dove casca l’asino! In pratica la famosa e mitica “Ue” è pura distribuzione di quote di potere.

Ovviamente queste considerazioni sono al netto del totale fallimento conseguito dall’unione politica.

Nulla da osservare sull’unione economica che resta un successo.

Non si ritiene utile l’unione finanziaria, ne consegue che possiamo anche stracciare la moneta unica e l’annessa banca centrale. La collaborazione europea (qui così definita per non usare più la parola “unione”) parte da realtà così diverse, in termini economici, da inficiare la credibilità di un’unica base monetaria. Paragonare con la stressa moneta la Romania con la Francia è oggettivamente sbagliato, anche se non lo si vuole ammettere.

Essere antieuropeista non risponde a un dogma, ma la sintesi di un pensiero.

E’ saggio che la collaborazione europea la realizzino coloro che non vi hanno interesse anzichè gli “idealisti” con interesse (che poi lottizzano).