Zygmunt Bauman: commento al libro Amore liquido


di Giovanni Carlini

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L’amore punta sempre sull’irrevocabilità, ma nel momento del suo trionfo subisce la sconfitta definitiva. L’amore si sforza costantemente d’eliminare le proprie fonti di precarietà e apprensione, ma qualora ci riesca, inizia rapidamente ad avvizzire e svanisce. Eros è posseduto dal fantasma di Thanatos, che nessun incantesimo può esorcizzare.
E’ un libro molto diverso dallo stile abituale del prof. Zygmunt Bauman, perché pur intitolando l’opera “Amore liquido”, l’argomento viene effettivamente analizzato solo nel primo capitolo per prosegue nei suoi tradizionali ragionamenti già affrontati in altri testi quali “Vita liquida” e “Voglia di comunità”. Con questa scelta il lettore si sente “tradito” e insoddisfatto, pur perdonando le diverse divagazioni dal tema in onore e rispetto all’autore.
Cercando di restare fedele al concetto originale che giustifica l’opera, appunto la questione della liquidità nell’amore, tralasciando le altre divagazioni al tema, il prof. Bauman presenta le seguenti argomentazioni:


a) c’è una fortissima insofferenza ad impegnarsi in relazioni di lunga durata da parte sia dei giovani (in particolar modo) che anche degli adulti. Il puro consumo di relazioni ha assunto dimensioni formidabili, rappresentando la vera ricerca attiva da parte di molti, in un turbine di lascia-prendi. Da dove emerge questa modifica nei comportamenti intimi? Sicuramente l’incertezza derivante dagli stili assunti nella vita globalizzata e quindi “liquida”, ha la sua importanza e anche, ecco un fatto nuovo, dall’uso non correttod’internet che continua a rappresentare una sintesi per un pensiero mai svolto. La caducità dei contatti in rete diventa così il modello comportamentale affettivo nella vita reale. Ovviamente un disimpegno strutturale in amore non è compatibile con il concetto stesso d’amore così richiamato: Finchè dura, l’amore è in bilico sull’orlo della sconfitta. Mano a mano che avanza dissolve il proprio passato: non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di difficoltà. (..) L’amore (..) è terrificante quanto la morte, solo che a differenza di questa, maschera tale verità col vortice del desiderio e dell’eccitazione.

b) A fronte di un amore assoluto e imperativo, ora ridotto a un bit che si accende e spegne sul monitor, Bauman introduce la tripartizione tra amore-desiderio-voglia. Con un amore che è soggetto a forze energiche centripete (inglobando tutto in sé nel concetto di possesso) e il desiderio che al contrario dell’amore, esterna la sua necessità come se fosse animato da una forza centrifuga, ecco il lampo di genio di Bauman:come per lo shopping: oggigiorno chi va per negozi non compra per soddisfare un desiderio, come ha osservato Harvie Ferguson, ma semplicemente per togliersi una voglia. Ci vuole tempo (insostenibilmente lungo per gli standard di una cultura che aborre la procrastinazione e postula invece il soddisfacimento immediato) per seminare, coltivare e nutrire il desiderio. Il desiderio ha bisogno di tempo per germogliare, crescere e maturare.

c) L’intuizione geniale dell’autore focalizzando il concetto “voglia” che associa all’atteggiamento del consumo in una società consumistica, apre al parallelismo: quando una relazione tra due persone è pilotata dalla voglia, segue il modello dello shopping.

d) Dalla relazione superficiale animata dalla “voglia”, il passaggio a una formidabile critica al vezzo della convivenza, ovvero di coloro che non sposati convivono imitando la coppia coniugata identificandosi tra di loro come “compagni” anziché i coniugi: Ecco perché la convivenza (aspettiamo e vediamo se funziona e dove ci porta) acquisisce l’attrattiva che manca ai legami stabili. L’intento della convivenza è modesto, non si fanno giuramenti e le dichiarazioni, semmai pronunciate, non sono mai solenni. (..) Quasi sempre non ci sono testimoni né alti plenipotenziari a consacrare l’unione. Chiedi di meno, ti accontenti di meno e quindi l’ipoteca da pagare è minore e anche la sua durata atterrisce di meno. Su questo specifico punto l’autore si era già pronunciato nelle pagine precedenti con parole di fuoco: Non sono le persone che raggiungono gli alti standard dell’amore ad essere aumentate: sono gli standard ad essersi abbassati; di conseguenza l’orizzonte delle esperienze a cui si attribuisce la parola amore si è espanso a dismisura.

e) Da questo punto in poi, e raggiunte le prime 100 pagine del libro, il pensiero dell’autore segue degli schemi di riflessione sicuramente interessanti, ma non pertinenti al titolo del testo giungendo quindi a conclusione nelle successive 100 pagine.

f) Interessanti, come concetti “a latere”, sono il richiamo alla comunità immaginata di Benedict Anderson a cui si aggiunge la trasformazione in comunità d’interessi delle identità condivise, studiate da Robert Sennet. Ragionamenti squisitamente sociologici ma non attinenti all’amore.

g) Particolarmente spiritosa e altrettanto drammatica è la considerazione che l’autore esprime su internet:la circolazione dei messaggi sono il messaggio, non importa il contenuto

h) La riflessione di Claude Lévi-Strauss merita un pensiero quando afferma: l’incontro dei sessi è il terreno su cui natura e cultura vennero a contatto per la prima volta. (..) Dall’incontro dei sessi è nata la cultura.

i) Particolarmente intenso è il passaggio sui figli. Bauman conferma come oggi l’investimento più gravoso, nell’arco dell’intera vita, sia la procreazione, anche se spesso questi stessi figli sono trasformati in “oggetti di consumo emotivo”. Sicuramente in una società dove la ricchezza era estratta dal lavoro, un figlio andava ad aumentare il tenore di vita della famiglia (economia agricola, dedita alla pastorizia, artigianale ed estrattiva).

j) Il primo autorevole riferimento a un sesso “fine a se stesso”, ovvero non necessariamente espressione d’attività amorosa, è di Erik Fromm. L’idea era semplice: curare la solitudine.

k) In origine il sesso era per procreare, oggi è sport. Forse prima era esagerato ma adesso non è da meno.

l) Sullo scambismo, Bauman fa un parallelismo con Habermas nella chiarezza di una “comunicazione non distorta” dove nessuno dei 4 coniugi è tradito, finchè questo meccanismo procede nel tempo;

m) In tema d’omosessualità, Bauman introduce Judith Butler e il suo libro: Corpi che contano. Qui s’insinua il dubbio che il genere sessuale non sia affatto imposto dalla natura nascendo maschio o femmina, ma diventi una scelta culturale di comportamento;

n) Nella edificazione della civiltà, l’autore introduce Freud. Nel suo libro, Il disagio della civiltà, Freud afferma 2 concetti. Il primo è che solo l’amare il prossimo come se stessi, permette un distinguo dalla razza animale e quindi la nascita della civiltà. Tutto sommato, il concetto verrà ripreso da Claude Lévi-Strauss come già accennato. Approfondendo, il motivo per cui si ama l’altro in un naturale istinto di fiducia (la sfiducia è una costruzione sociale) significa amare se stessi nella rappresentazione diversa interpretata da un altrui. In tutto ciò c’è un’importante radice narcisistica da considerare. Il secondo e non meno importante aspetto è quanto la sublimazione (ovvero la trasformazione dell’energia da sessuale a sociale) sia stata straordinariamente importante nella costruzione della società moderna. In pratica, soprattutto il genere femminile, ha questa importante capacità di “travaso” d’energia dal sessuale al pratico-sociale-intellettivo;
o) Quest’ultimo aspetto, la sublimazione di Freud, è particolarmente importante nella critica alla società contemporanea, perché venendo meno una “certezza sessuale nell’amore di coppia” frutto, come già anticipato d’eventi culturali (carenza di giudizio, eccesso di tolleranza ed effetti da globalizzazione), il danno, oltre a quote crescenti d’ansia e povertà nella dimensione sessuale, si ripercuote direttamente nella società, a cui viene a mancare “il propellente” di trasformazione tra energia fisica-sessuale in sociale. Si giunge così a una povertà sociale che si fa miseria umana in una clamorosa carenza di valori;

p) Il silenzio assordante del comando etico;

q) Nel resto del testo, ovvero da pagina 136 a 214, nell’edizione del 2013, 17° ristampa, vengono affrontati temi quali la grande frattura nella società imposta dalla globalizzazione. Questione d’urbanizzazione e organizzazione della città, riferendosi allo studio pionieristico della Jane Jacobs del 1961 in Vita e morte delle grandi città. Quindi viene affrontato il tema della sensibilità ed educazione dei bimbi espressa dal prof. Goldszmit, alias Korczak, studioso polacco noto anche per aver scritto nel 1914 Come amare il bambinoe nel 1929 Il diritto del bambino al rispetto. Si ricorda come la memoria per prassi proceda a selezione e interpretazione dei fatti accaduti, anziché registrazione. Il rifermento al libro Tristi tropici di Lévi-Strauss affrontando il tema della gestione dell’immigrazione. Prosegue il ragionamento dell’autore nel raccordo tra nazionalità individuale e gestione dello Stato Nazionale considerando le sue 3 componenti di territorio-nazione-stato, contrapponendo il tutto a un mondo globalizzato, che non riconosce queste dimensioni travalicandole.
Tutte argomentazioni interessanti, ma non pertinenti al titolo dell’opera.