Voi producete laureati che saranno impiegati e spesso anche disoccupati, mentre noi in Asia abbiamo diplomati che sono imprenditori. Noi in Asia costruiamo persone che sanno produrre!

Quest’affermazione è stata formulata da uno studente indo-pakistano, criticando gli schemi educativi e formativi occidentali. In particolare è stato spiegato alla classe che il nostro Stato, come del resto tutto l’Occidente, spende per singolo anno 6.900 euro a testa per formare i nostri cittadini. Cifra che s’alza a 11.500 per il ciclo universitario. Di fronte a questa riflessione, che ha ammutolito l’intera classe, l’immigrato se ne esce con la critica appena citata.

Ha ragione l’immigrato a dichiarare che da loro si formano imprenditori mentre da noi laureati disoccupati o al massimo assunti?

Ovviamente alla critica serve opporre un ragionamento:

  • punto 1: se l’Asia produce imprenditori, perchè abbiamo tanti immigrati a casa nostra? Un pensiero di questo tipo s’espone alla facile critica sulla discriminazione ma, in questo caso, serve solo a tappare e chiudere il ragionamento. Se il mondo dovesse fare meglio di noi che le persone restino nei loro ambiti territoriali senza chiedere all’Occidente ospitalità, supporto e sostegno!
  • il punto 2 è più “cattivo”. In Italia un’ora di lavoro costa 26 euro, in Germania 33 euro mentre in Cina 5 dollari. In tutta franchezza credo che gli imprenditori asiatici possano ritenersi tali se il costo del lavoro restasse nei termini di un salario molto, ma molto e molto contenuto! Insomma si può fare impresa in Asia e altrove con salari da fame. Nel momento in cui la paga evolve a “società dei consumi” ovvero con un reddito da spendere in consumi (incrementando a sua volta altra produzione aggiuntiva) la capacità imprenditoriale richiede analisi, studi, capacità di riflessione ben oltre lo stadio “naturale-intuitivo”.

Credo che la considerazione dei punti 1 e 2 porti a capire che la civiltà del lavoro (il recupero di un mutilato ad esempio o la semplice indennità di disoccupazione) richieda un costo orario tipo 26 euro rispetto i 5 dove ci pensa “il partito”.