Una questione giuridica. Vale la pena perdere soldi e denaro in processi? Ecco una domanda che spesso le aziende si pongono. Qui un punto di vista.

Una questione giuridica. C’è una società commerciale a nord di Novara. Quest’impresa per bocca dei suoi imprenditori (sono in 2, padre e figlio) pensano a un corso di formazione. Essendo stato il figlio mio studente nel 2000, mi chiama. L’imprenditore specifica che, tra i diversi argomenti che ho sviluppato, c’è n’è uno che lo ha molto impressionato. Si tratta del ruolo della donna nella società (in realtà anche degli uomini). Questo argomento e i suoi riflessi sul marketing, interessano l’azienda. In effetti stiamo parlando anche di sessualità e marketing. Sicuramente qualcuno potrà restarne scandalizzato, ma il concetto resta nella sua interezza.

Spiego al giovane imprenditore che i concetti utilizzati nelle mie lezioni, sono anche pubblicati in alcuni libri. Prontamente l’imprenditore ordina questi testi, sui quali desidera anche le dediche personalizzate. Infatti invia l’elenco dei nomi delle persone a cui vuole donare il testo, aprendo la fase formativa. Nei libri ho scritto anche che l’imprenditore non è tale solo perché figlio d’arte. Per essere veramente capi aziendali, serve una preparazione che non emerge solo dall’esserne figlio. E’ necessario un iter formativo specifico. Il mio ex allievo si offende e tronca il corso di formazione, quindi non paga i libri spediti. Diventa una questione giuridica.

Il valore della discussione è di appena 600 euro. Ad oggi con le spese legali siamo a 1600 euro. Chi ha ragione e chi torto? Sarà il giudice a stabilire con sentenza l’esecutività del decreto ingiuntivo. Certamente lascia perplessi che si debba arrivare a una questione giuridica per “così poco”. Poco in termini monetari. Poco di tutto e molto. Evidentemente se siamo arrivati a questo, forse ha ragione il testo “L’impresa padronale” nell’auspicare a imprenditori migliori e più preparati.