Un mondo superficiale non vuol dire che sia globalizzato, ma l’uno integra e completa l’altro.

E’ chiaro che un prodotto cinese costa di meno rispetto a quanto prodotto nel proprio Paese, non potrebbe essere altrimenti!

La paga di un cinese era di 2 dollari all’ora adesso è salita a 5 (ed è anche contento) mentre:

  • in Italia la paga oraria è di 26 euro/ora
  • in Germania di 32 euro/ora
  • negli Stati Uniti di 17 dollari/ora

Essere superficiali vuol dire acquistare prodotti “made in China” e lamentarsi al contempo della disoccupazione nel nostro Paese (2 milioni al momento).

Ad aggravare il quando complessivo della superficialità da parte del cittadino globalizzato, c’è anche il non considerare (o il non voler sapere) che ogni anno, in Italia, dal 2021, falliscono a fine anno circa 150mila imprese. Come conferma Unioncamere-Confindustria, sapendo che mediamente le imprese italiane sono costituite da 3,1 dipendenti a testa, la chiusura di 150mila aziende comporta un incremento di mezzo milione di persone all’anno tra i disoccupati.

La media dei senza lavoro resta sui 2 milioni al netto dell’incremento appena indicato che viene riassorbito nei mesi successivi, più gli studenti, che uscendo dalle scuole/università cercano lavoro.

Un mondo privo di questi concetti base e acquista incurante il “made in China” è superficiale!

Lo è anche se non vuole ritenere la Cina una dittatura comunista non conciliabile con il resto del mondo. Un mondo dove sono dittatoriali la Corea del Nord, Russia, Cina, Cuba, quasi tutto il mondo Arabo, una buona parte di Africa. A questo punto se volessimo essere sinceri, il 60% del pianeta è sotto dittatura!

Può il mondo libero far affari tranquillamente con quello NON libero lucrando sulla paga ridotta del secondo?

Qui la superficialità si fa ancora più acuta!

Un mondo per essere globalizzato dev’essere per forza di cose superficiale! In ciò viene per forza di cose corretta l’affermazione iniziale a questo spunto di riflessione.

Oggettivamente un ragionamento di questo tipo non è usuale quindi considerato solitamente strano e fuori dalla portata di tutti.