Un maschio travestito da donna presentato in televisione sul canale 2 della RAI; perchè queste cose accadono su un canale pubblico che dovrebbe rappresentare la Nazione? Di cosa si tratta, comicità?

Il primo pensiero che viene in mente è richiede indietro quei 9 euro a bolletta che tocca pagare per un ente televisivo che, per quanto riguarda, tolto il TG, resta nulla.

Di fronte a una povertà abissale che caratterizza la televisione in generale e la RAI in particolare, sorge la domanda: perchè non è possibile staccarsi dal servizio pubblico?

Appunto è pubblico e va obbligatoriamente finanziato, ma che almeno avesse una valenza “ecumenica” e non di parte.

La questione dell’omosessualità o del travestimento/trasformismo di genere, coglie aspetti che non sono affatto comunemente condivisi.

L’accordo di fondo, in nome della civiltà e della tolleranza, quindi per pura cortesia, è di non discriminare e ghettizzare drammi umani di tale livello. Il fatto che si tolleri lasciando correre su qualcosa, che è già stato definito nell’annuario delle patologie come malattia (fino alla metà degli anni Settanta), non vuol dire affatto che si debba oltrepassare la sopportazione con la propaganda del dramma.

Nel momento in cui la RAI passa alla fase della propaganda, cessa d’essere servizio pubblico entrando nella dimensione di parte.

Tale spostamento, a dir la verità, non nuovo nel comportamento dell’Ente pubblico, implica il ritiro del canone da parte di chi non condivide.

Non si vuole più pagare il canone a una RAI di parte.

Un maschio travestito da donna che scimmiotta qualcosa, in un orario di prima serata, che dovrebbe essere pieno di concetti quanto punti di vista, resta una scelta discutibile.

La televisione sperimentale può tranquillamente avere il suo esordio dalle 23 o la mattina verso le 6. Troppo spesso, sempre alle 23, la RAI trasmette programmi d’approfondimento. La domanda che sorge è: ma chi è che redige il palinsesto nella televisione di Stato ente dal quale, a questo punto, è saggio sganciarsi lasciandola al suo naturale declino?