Truffe e truffette da internet: mamma mia quante e così subdole!

L’industria dell’informatica sguazza nella truffa come se fosse nel suo ambiente naturale. Pare che internet sia stata inventata per frodare il cliente. Già da questa considerazioni viene spontaneo prendere le distanze dal virtuale anche se il solo affermarlo pare sia completamente inutile osservando il condizionamento a cui i consumatori sono sottoposti nell’uso del virtuale per pagare.

E’ di moda comprare virtuale, è quindi di moda farsi truffare.

In ambito di truffe il pensiero ricorre facilmente a nomi e marchi sotto gli occhi di tutti, ma dai quali non ci si aspetterebbe una pugnalata alle spalle.

Ad esempio, il prodotto Disk Drill Pro è considerato il migliore per il recupero dei dati erroneamente cancellati dal computer. Bene!

Aperta la fase di prova si perviene ad un punto che la casa stessa impone: per proseguire serve comprare il prodotto, ovvero meno di 100 euro. Pazienza, si procede all’acquisto. Immediatamente dopo aver regolato il pagamento cercando di ritrovare i documenti persi ci si accorge che il programma NON E’ CAPACE D’ESTENDERE LA SUA RICERCA AL CESTINO E IN PARTICOLARE NON SA RITROVARE LE FOTO CHE, SCARICATE DA MACCHINA FOTOGRAFICA, SONO STATE ELABORATE DAL COMPUTER E QUINDI CESTINATE.

Di fronte a un limite di questo livello scatta immediatamente sia la protesta sia la richiesta di rimborso.

Peccato che l’azienda NON CONSIDERI IL RIMBORSO NELLE SUE POLITICHE! Ma con chi abbiamo a che fare in internet? 

Protestando e minacciando azione legale, la Disk Drill Pro concede il 50% della spesa appena sostenuta anziché l’integrale rimborso, avendo un prodotto non adeguato alle necessità.

Questa è la “gente” che “naviga” nella rete alla ricerca del “pollo”.

A seguire McAfee, il famoso antivirus che “protegge” il computer. Fin qui nulla da dire (ma chi è che mette in rete i virus?).

La truffa scatta nell’automatismo del prelevamento del denaro dalla carta di credito per cui chi dismette il computer per fatti diversi e non s’affretta a disdire perde 162 dollari sottratti arbitrariamente al cliente che non necessita più del prodotto senza rimborso alcuno.

Truffe? si, internet funziona così.

Un discorso specifico (in realtà già qui narrato) merita la compagnia aerea Britsh Airways.