La stampa italiana è molto confusa. Questo non saper da che parte stare confonde la Nazione.

Si rivela sui commenti alle Presidenziali Usa 2016. Si conferma anche sul prezzo del petrolio. Mancano le grandi visuali.

La stampa italiana è così confusa! Il problema deriva dalla libertà di poter affermare quanto si pensa anzichè ciò che si vede. Una testata di sinistra vede solo a sinistra, e viceversa. Può stare in piedi un sistema così viziato? Certo che esistono le tendenze, questo è giusto! Il guaio è che la tendenza si sostituisce all’analisi. Ad esempio, il Sole 24 ore di oggi, 30 settembre. In prima pagina un certo Tabarelli scrive sul prezzo del petrolio. Fin qui nulla di particolare. Il disagio e lo scandalo è quando il commentatore auspica al ritorno del prezzo del greggio su alti livelli. Indicativamente Tabarelli ha nostalgia dei 60-100 dollari per barile. La domanda che emerge è: da che parte sta questo soggetto?

Cerchiamo di porre ordine.

Il basso costo delle materie prime è indice di progresso. Punto. Ogni altra devianza dalla regola alimenta la confusione. 

La globalizzazione è il regno della confusione!

Interessi di parte non dovrebbero approdare sulla prima pagina di un quotidiano che fa opinione. Oppure c’è da chiedersi quanto sia stato pagato. Questa voluta confusione crea quelle premesse che permettono a un non eletto di fare il capo del governo.

Il riferimento è noto. Si tratta del golpe in bianco italiano. Ovvero della conferma dell’anomalia italiana. Come dire che in Italia la democrazia è stata sospesa. Come sarebbe stato possibile un giochino del genere senza una stampa compromessa? In effetti il Sole 24 Ore ha una sua precisa responsabilità in tutto questo.

Concludendo: una stampa confusa è necessaria a chi vuole confondere. Certamente non è utile agli imprenditori. Però rende un grande servizio a chi fa finta di governare una nazione democratica. Tabarelli, il Sole 24 Ore e il renzi sono complici di una voluta confusione.