Semplificare è l’atto più diffuso in quest’attuale assetto culturale, figlio di del positivismo, dove la pretesa di poter ridurre tutto alle sue componenti fondamentali è d’obbligo.

Ebbene possiamo ridurre in componenti comprensibili i seguenti aspetti della vita d’ognuno di noi?

  • odio;
  • amore;
  • il tradimento;
  • la fedeltà;
  • la comprensione delle cose o la non comprensione;
  • la guerra e la fame;
  • la vita e la morte.

Come si vede bastano 4 parole per porre in crisi il concetto di semplificazione!

Ciò che qui si sta contestando, non è l’arte della riduzione delle problematiche per assicurarne la comprensione, ma l’assenza dell’analisi successiva, per cui una volta che abbiamo “capito”, ci s’illude di poter governare e dominare l’evento. Non è così.

Abbiamo un esercito di docenti, dirigenti, giornalisti e persone normalissime che nel capire si fermano alla sintesi. Questo “fermarsi” le brucia nella comprensione più ampia del concetto. Ne consegue un mare di soggetti che danno fiato alla bocca replicando frasi di sintesi in forma compulsiva e ripetitiva. Che ce ne facciamo di questa gente?

Ad esempio: il decesso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano non ha permesso l’approfondimento sulle sue innegabili responsabilità d’attentato alla Costituzione della Repubblica.

Il Napolitano ha impedito diverse consultazioni elettorali per dirottare l’esecutivo verso i suoi compagni di fede politica. Il soggetto si è comportato da comunista e non da Capo di Stato. Quanto qui espresso è un approfondimento, ma pochi sono in grado di svilupparlo perchè schiacciati dalla “sintesi” (frettolosa e imprecisa).

Non è finita. Altra sintesi non approfondita riguarda l’Unione Europea.

Siamo certi d’aver bisogno di questa forma d’Unione e non di quella che De Gaulle ipotizzò come Europa delle Nazioni, decisamente meno invasiva e presuntuosa? Stiamo per eleggere un parlamento che non ha il potere di proporre le leggi, ma solo esaminare quelle che gli vengono imposte dal Consiglio.

A che serve un “parlamento” in queste condizioni?

Semplificare appare spesso come una strategia comunicativa per non affrontare i concetti.