Se la povertà è miseria: il diniego brasiliano sul caso Battisti conferma l’incertezza del diritto nei paesi emergenti

Se la povertà è miseria rappresenta la sintesi del caso Battisti per come gestito dal Brasile del comunista Lula. Tutto ciò che leggo sui paesi emergenti è sempre limitato alle statistiche economiche, ma quando lo sguardo si estende al sociale, quindi alla dignità umana e alla certezza del diritto, la Cina, il Brasile, l’intero mondo arabo, la Turchia e l’India crollano miseramente.

Possibile che ogni giudizio d’affidabilità su una Nazione si deve fermare a quattro conti? Il motivo per cui sono dichiaratamente ostile verso questi paesi è squisitamente culturale, nel senso che ritengo le idee, i concetti, i punti di vista, le visuali e il valore dell’uomo, come la posizione della donna nella società, più importanti degli affari.

Capisco che non tutti hanno questa prospettiva, ma a loro vorrei rispondere utilizzando la storia. Negli anni Settanta, due studiosi americani, C. North e R. Thomas, pubblicarono “L’evoluzione economica del mondo occidentale”, dove scoprirono uno dei segreti del successo economico europeo: la certezza del diritto.

Nel dettaglio la protezione che il signore feudale assicura ai suoi sudditi contadini e la contestuale tutela dei diritti di proprietà. Il controllo sulla politica fiscale inglese esercitato dal parlamento. Il particolare rapporto che si instaura tra la città e la campagna, che si definisce nell’Olanda del Cinque-Seicento, lanciando il primo circuito economico nazionale sono tutti tasselli che saranno poi raccolti dall’Illuminismo capace di stabilire le fondamenta dello Stato moderno. Ovvero di uno stato costruito intorno all’uomo. Se le persone migliorano allora lo Stato ha un senso e va tutelato, in caso contrario va debellato e sostituito con un’altra forma di Governo della Nazione.

Quindi lo Stato è moderno nella misura in cui moltiplica le possibilità umane ed economiche dei suoi cittadini, in una cornice certa di diritti connessi alla famiglia, proprietà, lavoro, successione e obbligazioni. Tutto ciò che non rientra in questa definizione non è moderno, ma un ostacolo alla crescita dell’uomo.

Quando la povertà si fa miseria? La povertà cinese si fa miseria quando viene soffocata da un briciolo di “benessere”, senza immaginare che è proprio questo passaggio che destabilizza le dittature (l’Egitto si è ribellato nel momento in cui stava per godere dei primi frutti di una debole agiatezza economica). Il Brasile. Chi vorrebbe aver a che fare con il sistema giudiziario brasiliano? Chi pensa di poter vincere una causa in Cina? Il paragone non cambia se si dovesse spostare su Ankara.

La povertà evolve in miseria ogni volta che la certezza del diritto viene piegata alle necessità della tribù o del clan quindi partito, che in quel momento occupa il Governo. In Italia si fa un gran chiasso sulla certezza del diritto, ma troppi dimenticano che, vivendo in occidente, possiamo esprimere le nostre idee, anzi scriverle quindi dibatterle e questa è la migliore prova di democrazia applicata che la nostra società sappia offrire. Un esercizio che cessa appena 3 ore di volo da Roma verso sud o est, aumentando con la distanza percorsa.
In queste condizioni si può credere al Brasile, alla Cina e alla Turchia? La domanda andrebbe posta a chi ancora adesso delocalizza o crede in una versione arcaica della globalizzazione, limitata al solo aspetto economico, orfana delle visioni più profonde del diritto, dell’umanità e quindi civiltà.

L’Occidente non è ricco per caso, esprimendo la sua naturale sintesi economica dopo aver maturato quella politica, sociale e culturale, percorso che gli “emergenti” non hanno ancora compiuto, tant’è vero che oggi, sono poco più di colonie produttive dell’Europa. Un gioco che funziona finchè non lede la compattezza sociale del Vecchio Continente, attraverso la disoccupazione. Mettendo sul piatto un 30% di disoccupati in Italia, tra i ragazzi under 35, quindi stroncando la loro capacità di comprare una casa, di sposarsi e di spendere, la globalizzazione e delocalizzazione cessano d’efficacia diventando un impiccio.

In conclusione il Brasile, la Cina, la Turchia, non sono affidabili, anche per l’immaturità della loro certezza del diritto maturato in quei contesti. Il caso Battisti conferma ancora una volta questa osservazione. Chiunque operi negli emergenti, si auguri di non dover fare i conti con quei sistemi giudiziari. Anche questi aspetti vanno presi in considerazione. Buon lavoro.