Scrutatore, ovviamente molto giovane, sotto maturità nel corso dei prossimi mesi, che cerca nel registro degli elettori le persone per nome: alfredo, armando, carlo, giovanni etc. Ovviamente non trova nessuno e viene rapidamente re-indirizzato nella ricerca PER COGNOME anzichè nome di battesimo. Si tratta di un errore d’impostazione che verrà commesso più volte nell’arco della giornata elettorale dalle 7 del mattino alle 23. Che cos’è accaduto?

Il giovane non aveva capito che le persone si riconosco per COGNOME non per nome.

Come mai accadono cose di questo genere e da notate che lo studente ha anche dichiarato d’essersi battuto, a scuola, senza ovviamente esserci riuscito, per i bagni da dedicare al terzo genere. Francamente cosa voglia dire “terzo genere” non s’è capito ma, senza entrare nei dettagli, il figliolo si manifesta attivo e vivace. E un soggetto di quest’impegno annega nell’identificazione delle persone confondendo il nome con il cognome? Probabilmente non è da crocifiggere il poveretto quanto un sistema errato di presentazione.

Io non sono “Giovanni”, mi chiamo CARLINI.

C’è gente che mi chiama “Giovanni” ma non è riconosciuta come affidabile, interessante e affidabile quindi cancellata al momento. Arriva qualche telefonata che mi chiama “Giovanni” ma il suo esito si conclude in qualche secondo. Non voglio nessuna targhetta nominativa che m’indichi come “Giovanni” ma solo come CARLINI e quando telefono mi qualifico come CARLINI.

Se la riservatezza è stata interpretata in forma errata è un problema addebitabile alla sinistra politica che ha gestito l’argomento. Se è sciocco chi ha costruito una carriera politica su questi temi, non vuol dire che anche la Nazione debba seguire a rotoli.

Concludendo, lo scrutatore non è responsabile di nulla, solo una vittima di un modello comportamentale errato. La figura che ha fatto di fronte all’utenza (gli elettori) forse gli resterà in mente per i prossimi decenni imparando a discriminare tra cretinate e concetti.