Scrivere nel più completo stato di torpore dovuto a tendenze post-moderne, vuol dire vedersi ridurre le proprie pagine come qui esposto.

Che sta accadendo e che differenza c’è tra era moderna e post-moderna?

La prima segue delle regole oggettive, valide per tutti che si richiamano alla logica e al pensiero positivista. Certamente un mondo solo moderno è veramente arido perchè risponde appena a quello che è oggettivo, riconosciuto e provato. Certamente però la modernità desidera rivolgersi a tutti in base a standard e valori condivisi.

Per quanto riguarda la post-modernità il ragionamento cambia completamente!

E’ post-moderno quell’atteggiamento e mondo che NON ha valori condivisi, strutturandosi sul pensiero individuale e individualista, che dovrebbe avere valore di “legge” fino a un limite minimo di coordinamento sociale. Si tratta di una modo di vivere dove l’individuo afferma “io penso che….ritengo di…..sento oggi che….”

Un mondo post moderno è oggettivamente più complesso perchè lascia spazio (forse troppo) all’individualità che disordinata ed originale si presenta, incurante delle necessità altrui e collettive.

Fin qui il pensiero filosofico, ora però si cali questo atteggiamento nella spiegazione didattica. Si tratta di docenti che “pretendono” d’insegnare qualcosa a qualcuno.

Qui serve una premessa.

Il docente, nello svolgere lezione, vuole indottrinare lo studente (tipico atteggiamento post-moderno) oppure elevare l’allievo a pensieri più articolati? (atteggiamento marcatamente moderno).

Ecco una domanda intelligente da porre al corpo docente (sperando che sappia rispondere).

Quando capita d’aprire un libro scritto da un post-moderno ci si trova davanti a un comizio.

Il post-moderno sostituisce, con accanimento, parole italiane con straniere per darsi un tono. Si tratta di puro esibizionismo linguistico. Come copertura si dice che all’estero il concetto è noto con quelle parole, dimenticando che siamo in Italia e i concetti vanno prima capiti e solo successivamente tradotti.

Ecco il risultato di un libro scritto da un post-moderno corretto passo dopo passo.

Scrivere era un’arte, ora si riduce a una tavolozza piena d’errori.

Lo scrittore post-moderno, in questo caso, non ha capito che si chiama MARCHIO ma s’ostina in forme importanti e insistenti a scrivere “brand” quindi viene corretto così tante volte da lasciar perplessi sulla stabilità del messaggio d’insegnamento.

Non è finita. Oltre a scrivere un numero “enorme” di volte la parola inglese in luogo di quella italiana, IL MARCHIO, c’è il non rispetto delle regole grammaticali per l’apostrofo tra due vocali. Infine e stancante l’uso di parole d’attesa come pertanto, invece, quindi (in effetti in queste pagine non molto assillante).

Scrivere resta un’arte a dispetto del post-modernismo.