Salvare immigrati o importali per alterare gli equilibri elettorali?

Salvare immigrati o importarli? questo è il punto di snodo di un equivoco da sciogliere. L’immigrato non è un naufrago, ma un soggetto che ha deliberatamente scelto di varcare dei confini per cercare di stare meglio. Possiamo considerare naufrago un immigrato? francamente no. Ne consegue che la finzione del “salvataggio” è solo ideologia di sinistra per alterare gli equilibri elettorali. Diciamocelo una volta per tutte: il Partito Democratico ha lucrato sull’immigrazione per cercare nuovo elettorato. D’Istruzioni che ci hanno sguazzato dentro all’immigrazione non c’è ovviamente solo il PD, ma anche il Vaticano.

Mobilitando i fedeli nell’accoglienza, ma ancora di più cercando quei 35 euro/giorno a immigrato, stanziati dal Governo, la Caritas ha restaurato il suo bilancio. Vaticano (occupato da un Papa di sinistra) e l’ex Partito Comunista, oggi ancora Partito democratico, rappresentano in primis i veri responsabili morali e reali dell’equivoco. Un gioco di parole che ruota intorno al concetto: salvare immigrati o importarli.

Sull’immigrazione si propone una revisione dell’intero impianto ideologico. Serve, a parere di molti, uno stop con chiusura dei porti e accessi di confine per almeno 2 anni. Ne consegue un rientro in Patria di una parte consistente degli immigrati attualmente a spasso per il Paese in attesa di transitare in altri paesi d’Europa dove non arriveranno mai. Va rilevato come “l’Europa” (in realtà solo 26 stati sui 45 di cui si compone il continente europeo) non voglia immigrati che sono bloccati di fatto in Italia. A questo punto la penisola italiana è un grande campo di contrazione per immigrati (non di concentramento – attenzione! ma di concentrazione).

In Italia di sono 10 milioni di immigrati, 5 sono regolari e altri a piede libero. Sarà forse necessaria una “liberazione” della Nazione da chi non appartiene alle regole occidentali e di cultura che ci contraddistinguono? Ad esempio la considerazione della donna nella società etc..