Robo advice, la scappatoia delle banche per tagliare i costi sul personale.
L’ESMA Lo scopo del rapporto, non è solo quello di spiegare lo spirito e concetto del MIDIF2 nella sua versione del 2012, ma anche di meglio focalizzare i problemi principali che sono sorti nel frattempo. Le nuove prospettive di aggiornamento del MIDIF2 Le nuove prospettive di studio e analisi derivano da due novità: Nel dettaglio, sul punto due, non esiste una posizione di certezza e sicurezza, tanto che l’ESAs[2]osserva il fenomeno dal 2010, preannunciato un orientamento che si sarebbe dovuto leggere alla fine del 2018. Il ritardo nella pubblicazione dell’orientamento indica che sulla materia del robo advice ci sono più dubbi che certezze. Lo sforzo, comunque è di contenere il fenomeno all’interno del Mifid2 anziché stilare una nuova normativa ad hoc. La crisi del linguaggio per spiegare non facendosi capire Certamente una sorta di fastidio per il lettore e studioso, su questo argomento come altri similari, è l’inflazione di termini anglosassoni che possono tranquillamente essere tradotti a tutto beneficio dell’utenza nazionale. Si vuole segnalare il fastidio che subisce il cliente nella terminologia inglese sull’argomento come atto di non comprensione di cosa stia accadendo; in pratica un importante calo di trasparenza e comprensibilità del linguaggio. [1]ESMA, ente di consulenza e supervisione del sistema finanziario europeo. [2]ESAs, Autorità Europee quali ESMA-EBA-EIOPA. La trasparenza dovrebbe ancora essere uno dei passaggi cardine della consulenza. Certamente l’iniziativa, non ancora conclusa dell’ESAs, cerca di standardizzare sul piano europeo l’approccio al robo advicenon considerando, anche in questo caso, i diversi livelli d’alfabetizzazione informatica che ci sono tra paesi della stessa Ue. Il bisogno di uniformare sul piano europeo manifesta ancora una grave lacuna di metodo e sistema alla base del fallimento politico della Ue di cui la Brexit è già manifesta espressione. Quanto qui descritto rappresenta un problema che il modello ecosistema FinTech(ricerca di un profilo unico tecnologico dei servizi finanziari nella Ue) non è in grado di recepire, accecato nella foga di standardizzazione per tutti tra Nazioni diverse. La presenza di sistemi automatizzati nella consulenza Esiste comunque un “approccio” al fenomeno robo advice, contenuto nel Final Reportda parte dell’ESMA. Approccio non esente da critiche! L’ESMA ha diviso in due il tema: Ebbene, e a sorpresa, l’ESMA non ritiene siano necessarie ulteriori precisazioni di sicurezza, rispetto quelle già esistenti affidando il servizio al cliente da un umano a una macchina. Relativamente al secondo punto, cosciente di un pregiudizio negativo verso “la macchina” da parte del cliente, l’ESMA consiglia sia più saggio affinare gli algoritmi che svolgono la scelta. Complessivamente l’ESMA ritiene che, in ambito di linee guida, non si debba prevedere un perimetro di sicurezza più elevato in ambito di robo advice. La preoccupazione dell’Ente è quella di non tradire il profilo al rischio dell’utenza in scelte azzardate. Riesce la macchina ad attenersi a tutte le sfumature richieste dalla clientela nei più ambiti di consulenza? Non è finita: la robotizzazione per la consulenza finanziaria si basa su macchine diverse: Ebbene qualsiasi ”fattoria”[1]utilizzi robot diversi, l’ESMA ritiene si debba applicare lo stesso protocollo di sicurezza e interfaccia con l’utenza. Una decisione, quest’ultima che ha sollevato non poche riflessioni critiche. Un punto di non chiarezza e come il Final Report accenni soltanto a ben 4 tipi chi macchine descrivendo però l’uso di una sola. [1]Terminologia utilizzata per indicare un’impresa che non è a contatto con il cliente, ma vende le elaborazioni future e tendenze di mercato ad altre aziende che a loro volta si interfacciano con il cliente finale. Certamente resta un punto fermo l’art. 54 del Regolamento UE numero 565/2017 che indica la responsabilità delle singole imprese nell’uso di sistemi automatizzati o semi-automatici nelle prestazioni di servizi alla consulenza. La trasparenza, secondo il Rapporto Finale dell’ESMA, non riguarda un determinato recinto di protezione dell’utenza dall’uso-abuso della macchina, al contrario, come già accennato si concentra sulla sola scrittura degli algoritmi. Un algoritmo che non offre al cliente la gamma dei servizi e informazioni richieste in base e ottemperanza dell’art. 24 del Mifid2 e delle già citate disposizioni Ue 565/2017. In questa “limitatezza” d’offerta dell’algoritmo, l’ente che utilizza i robot, in luogo di umani nella consulenza finanziaria, deve intervenire per integrare l’informazione carente. Il gap informativo da colmare Per rendere più umano il servizio alla consulenza robotizzato è necessario: Sulla qualità delle informazioni per la scelta dell’investimento che il cliente offre e richiede alla macchina, ci sono delle precisazioni da fare. Si discute sull’opportunità nell’uso di un testo interattivo per giungere alle informazioni finali e strategiche alla scelta. Il profilo di rischio e le informazioni fornite dal cliente Sul rischio di una cattiva relazione o scelta di prodotto tra macchina e cliente, ci sono due aspetti da considerare: La questione del questionario diventa cruciale nell’uso di robot del tipo robo advice,considerata l’inesistente o molto limitata presenza di controllo umano. I quesiti sono: Le aziende che si affideranno solo a computer, tagliando fuori la componente umana, dovranno organizzarsi per neutralizzare il rischio di una “consulenza sterile” (termine qui introdotto per la prima volta). La consulenza sterile emerge dal matematico interagire della macchina con un cliente da convincere con i suoi dubbi e domande. Certamente va rilevato come l’ESMA non abbia, al momento, introdotto alcuna prospettiva d’umanizzazione degli algoritmi. Qui che si tocca la parte debole dell’intero sistema. Requisiti organizzativi e nuove competenze Nel Rapporto finale della ESAs se inizialmente ci si è preoccupati della relazione e interazione macchina-cliente, successivamente (e non senza polemiche da parte degli operatori, come già accennato) la relazione si è concentrata principalmente sulla tecnologia degli algoritmi. Questa scelta di campo, pare sia voluta e piegata al tentativo di standardizzare le norme in ambito europeo (il vero cancro della cultura moderna europeo pro e filo Ue). Seguendo tale prospettiva, tutte le imprese, in ambito di consulenza, che usano sistemi automatizzati, che possono essere: si dovrebbero concentrare in un monitoraggio continuo degli algoritmi. Per fare questo è prescritto che: Perché quest’azione di controllo sia possibile è saggio che nascano nuove competenze tecnologiche oggi non affermate in nessun percorso scolastico. Competenze già indicate nel Midif2 all’art. 25 para.1 La super visione degli algoritmi. L’ESMA avendo spostato la sua attenzione sul solo algoritmo, pretende ora un censimento e supervisione su un mondo ancora oscuro indicando precisi livelli di responsabilità e ricaduta giuridica. Su questo aspetto ci sono due versanti da considerare.Certamente l’ESMA sollecita un maggior controllo e comprensione del concetto di algoritmo da parte degli addetti ai lavori segnalando però come “l’algoritmo” resti completamente sconosciuto al cliente che si affida a un “non si sa che cosa sia”. Il cliente non ha idea di come le sue informazioni siano elaborate dall’algoritmo. E’ già sufficiente questo solo aspetto per togliere trasparenza all’intero sistema nell’uso di strumenti automatizzati. La “soluzione” pare che sia nell’accentramento a livello europeo del dibattito (ancora il cancro della cultura europea pro Ue) senza alcuna ricerca (nel caso esista) a livello nazionale calibrata sul preciso campione sociale nazionale.Sul bisogno d’accentramento si è già espressa la European BankingFederation(EBF) nel 2016 togliendo ogni speranza a una via nazionale di ricerca da confrontare solo successivamente con le ricerche delle altre Nazioni.