L’utilizzo di algoritmi nella consulenza finanziaria alla clientela presenta degli innegabili vantaggi e importanti svantaggi, che è saggio considerare nella loro interezza, completezza e pericolosità.

Relativamente ai vantaggi ci sono tre aspetti da considerare:

  • l’importo delle commissioni che paga il cliente;
  • l’accesso al servizio;
  • la qualità del servizio reso all’utenza da cui deriva la possibilità di scelta.

Le commissioni a carico dell’investitore, grazie al sistema automatizzato di consulenza, sono indubbiamente ridotte rispetto alle transazioni normali. Dai confronti eseguiti su transazioni tipo e dalle esperienze sino ad ora svolte, si nota un’incidenza sul prodotto da commissioni nell’ordine dello 0,3-0,5%. Solitamente il cliente è invece impegnato a corrispondere percentuali molto più elevate ai consulenti umani di oltre il doppio, si tratta dello 0,75% sul valore dell’investimento fino al 1,50%.

Oltre il solo e semplice confronto tra tariffe, c’è anche un altro aspetto da considerare nei vantaggi offerti al cliente dal sistema di finanza automatizzata: la struttura delle commissioni è più trasparente.

In realtà si tratta di un sistema appositamente pensato per favorire incentivare i piccoli investitori.

Si tratta di una fascia obiettivo, quella degli utenti a bassa tensione e importo d’investimento, che il “sistema algoritmo” vuole coinvolgere in ogni modo e che riguarda le persone al disotto dei 35 anni non ancora mature e formate sul piano della stabilità finanziaria.

La motivazione tecnica che consente al sistema di raggiungere costi in commissioni più contenute ruota intorno all’assenza/limitazione dell’intervento umano nella relazione con il cliente.

Il fattore umano costa. Nella mentalità FinTech la presenza del consulente umano è usualmente considerata quale elemento di costo puro e ben più raramente confrontata con la qualità di servizio.

Passando al secondo grande aspetto nella convenienza all’utilizzo della consulenza finanziaria automatizzata c’è da considerare l’accessibilità del servizio.

Si tratta dell’unione dei concetti di semplicità, assenza di barriere, velocità d’esecuzione e dalla disposizione su una vasta gamma di prodotti potenziali e possibili tale da permettere una maggiore scelta. Questo è il senso della consulenza finanziaria tramite i robo-advisors.

Per accessibilità al servizio s’intende la concreta possibilità d’acquisto di un prodotto senza la necessità d’entrare in banca. Su questo dettaglio la nuova mentalità preme in particolare. Pochi, sino ad ora, hanno correlato la superficialità d’investimento compiuto tradendo i luoghi della riflessione finanziaria abituale.

Il salotto d’attesa della banca per incontrare il consulente non è rappresenta un solo parcheggio ma, se opportunamente organizzato, anche un serio momento riflessivo.

Si tratta, in quest’ultimo caso di un contesto completamente diverso rispetto la spiaggia, al mare, sotto l’ombrellone o la discoteca come il guidare l’auto portando i figli a scuola.

Anche questi aspetti, per quanto minuti e di vita quotidiana, non sono ampiamente descritti nella narrativa di ricerca sui vantaggi/svantaggi tra consulenza umana e non umana.

Nell’abituale dettato pubblicitario favorevole all’adozione di strumenti FinTech, la sottolineatura alla semplicità d’utilizzo del sistema è fondamentale.

Lo scopo smarcato è quello di far sentire qualsiasi utente a proprio agio nella scelta d’investimento tramite uno strumento elettronico a base algoritmica.

Del tutto assenti sono gli accenni e le spiegazioni alla tipologia dell’algoritmo tra “scatola” bianca, grigia o nera. Il servizio automatizzato viene così offerto tutti i giorni della settimana senza alcuna limitazione d’orario o spaziale.

Si tratta di un servizio ovviamente molto più veloce di un consulente umano, senza alcuna attesa o appuntamento da prendere favorendo l’accesso diretto a un’ampia varietà di prodotti e fornitori di consulenza appartenenti a diverse giurisdizioni.

Il terzo aspetto a favore del FinTech riguarda la qualità della consulenza. Si tratta come ormai noto di un metodo si selezione delle scelte umane gestito da un algoritmo in grado di fornire soluzioni d’investimento tempestivamente calcolate sulle specifiche della ricerca.

Attenzione: il momento della scelta è precisamente quello e non altri. Ciò vuol dire che la stessa richiesta da parte di un cliente, trova tranquillamente risposte diverse in ore della giornata diverse.

Fin qui, l’aggiornamento in tempo reale è certamente gradito dal cliente che accede a un servizio di scelta più accurate rispetto a una persona fisica, resta il dubbio sull’amarezza “del giorno dopo” per chi ha già investito e vorrebbe meglio posizionarsi rispetto alle scelte fatta.

L’algoritmo richiama per telefono il cliente per chiedere una nuova scelta d’aggiornamento dell’investimento? Un’aderenza di questo livello al cliente non è stata ancora progettata tranne che nel caso del consulente umano che sa, perché dotato di tatto e opportunità, se, come e quando, richiamare il cliente servito il giorno prima.

La tesi a favore del sistema FinTech si limita a dichiarare l’azzeramento dei possibili errori umani o dei cosiddetti giudizi semplicistici che il consulente in persona potrebbe commettere.

La realtà in effetti è un’altra.

l consulente dipendente di una certa istituzione finanziaria non “sbaglia” nella scelta del prodotto da offrire al cliente ma è indotto a vendere “il suo prodotto” anziché quello di altri per esigenze di commissione. Queste sono più importanti su alcuni prodotti che altri. La macchina, teoricamente, dovrebbe invece garantire pari presenza a tutti i prodotti possibili, compatibili con la richieste del cliente.

Certamente questa riflessione viene meno nel caso in cui l’istituzione finanziaria modifichi l’orientamento dell’algoritmo a favore di un paniere preciso di prodotti di sua produzione o presentazione al pubblico. Ecco che in questo caso crolla la validità del sistema inumano rispetto quello umano.

Va rilevato come il cliente, che si è voluto affidare alla consulenza automatizzata, possa seguire o meno il consiglio offerto dal robo-advisor, senza sentirsi più influenzato in alcun modo considerandosi, di conseguenza, dotato di una maggiore libertà di scelta e obiettività sull’investimento da sviluppare anziché “incoraggiato” dal consulente umano.

Certamente le raccomandazioni d’investimento virtuali poggiano su una quantità d’informazioni aggiornate fino a quell’esatto momento, a differenza di una consulenza finanziaria con un operatore umano. Si tratta di un concetto già accennato nel corpo di questo documento, ma qui ulteriormente ribadito per la sua innegabile importanza.

L’informazione tempestiva che modifica gli scenari d’investimento per quanto possa inizialmente affascinare in realtà si configura come un’arma a doppio taglio perché espone la scelta della macchina a una discrezionalità “enorme”, non controllabile dall’utenza in caso di contestazione.

L’operatore umano, che ha più difficoltà ad essere costantemente informato e a rielaborare i nuovi dati provenienti dal mercato, resta dotato dell’intuito e opportunità che lo espone certamente alla responsabilità della scelta verso il cliente ma forte di una capacità d’immaginazione che le macchine non sanno elaborare.

Agli algoritmi resta la velocità per processare gli elementi che arrivano dal mercato in tempo reale.

FinTech? una scelta immatura.