Quadro d’insieme complessivo, quello che manca o che non si vuole illustrare. Perchè? Tanto per cominciare cerchiamo di capire di cosa stiamo discutendo.

Lezione durante di ragioneria (detta anche economia politica nel linguaggio “moderno”, quello che cambia le parole a parità di significato) si giunge all’indice di bilancio detto “leverage“.

Il leverage esprime l’incidenza del capitale proprio, in azienda, rispetto al totale delle attività. Forse è necessario fare un passo indietro e spiegare dei concetti di base. In qualsiasi impresa a mondo, i capitali sono solo e sempre di due tipi: proprio e di altri.

La discussione in atto si rivolge su quanto dovrebbe essere il capitale proprio rispetto a quello di terzi.

In linea di massima, logica vorrebbe che chi investe i propri soldi, al massino possa ottenerne da terzi (bache e soci) altrettanti. In questo modo si dovrebbe avere il 50% di uno e dagli altri. E’ così dovrebbe essere, in realtà a specificatamente dal 2009 non è affatto così. Oggi l’imprenditore cerca, con tutti i mezzi, di lavorare con i denaro di altri (chiamalo “fesso”!, rischia i soldi degli altri).

Questa tendenza è stata fortemente sostenuta dal Draghi, il Governatore della Banca Centrale di quella parte d’Europa che si riconosce nella Ue.

La distinzione è importante, perchè la Ue non è l’Europa, ma una parte.

“Copiando” la soluzione americana alla crisi “subprime” dei crediti deteriorati nel settore edilizio, il Draghi ha applicato il Q.E. (Quantitative easing). Vuol dire stampare 80 miliardi/mese incuranti del PIL prodotto dalla Nazione. La regola vuole che ci siano tanti beni prodotti a fronte di altrettanta moneta. Questa regola è stata infranta dagli americani prima e dagli europei dopo, inondando il mercato di liquidità; denaro stampato!

Questi soldi stampati, senza corrispondenza alla ricchezza, negli Usa hanno risollevato l’economia pur all’attuale tasso del 6% d’inflazione. La stessa azione in Europa, nella Ue e in Italia, ha comportato, su un’altra categoria di qualità imprenditoriale, l’accaparramento al denaro di terzi da impiegare nelle imprese. E’ qui che il quadro d’insieme si fa critico.

Inondando il mercato italiano di liquidità, di fatto le banche sono le vere proprietarie dalla maggior parte delle imprese italiane indebitate sopra la norma.

Entrando le banche così prepotentemente sulla scena industriale ed economica, un loro fallimento comporta anche quello delle aziende indebitate.

Ecco che il salvataggio delle banche italiane è strategico per la tenuta del sistema. Da questa semplice valutazione emerge la criminalizzazione del denaro contante. Se una piscina dovesse perdere liquido, qual’è il sistema per ripararla? svuotarla del liquido! Con la balla dell’equiparazione tra evasore e uso del contante, ne è stato fortemente limitato l’uso, per il salvataggio delle banche anch’esse a rischio di fallimento.

Mettendo insieme il quadro cosa ne emerge?

Che il Draghi è certamente il padre dell’inflazione moderna o dell’inventore della stampa di denaro come carta straccia.

Un pessimo quadro d’insieme.

lira