Polmonite cinese detta “covid 19” anche per le fasce giovani, quelle tra i 14 e i 45 anni. Evviva era ora! Non è possibile che il virus cinese fosse così razzista da prendersela solo con la fascia d’età matura.

Questa disparità di letalità ha già creato nella popolazione immatura (quella giovane) accesi atteggiamenti di spavalderia. Certo siamo stati tutti giovani, ma non per questo cretini. Il riferimento corre a coloro che spesso, per Milano, s’incontrano per strada senza mascherina di protezione alla polmonite. Benché segnalato il fatto alla Polizia municipale di Milano, la reazione è stata nulla. Esiste, forse per volontà del sindaco Sala, una forte tolleranza al mancato rispetto delle regole sulla protezione da virus cinese a Milano.

I fatti sono lampanti: i contagi da polmonite cinese sono in aumento. Non poteva che essere così! Stavolta però c’è una novità.

Non esiste più un contagio letale per vecchi, esiste la pericolosità e basta, capace di cogliere ogni umano.

Ora si che la popolazione è coinvolta e forse per questo che in Italia non si riesce ad avere dati sull’età dei nuovi infetti e morti. 

Dall’Arizona emergono dei dati molto precisi. Chissà perchè serve rivolgersi sempre all’America per capire qualcosa. L’Europa e l’Italia a guida del non eletto da nessuno, il Conte, non è capace di dare informazioni certe.

L’Arizona ha sofferto, fino ad ora, con forte accelerazione in questi giorni, di 94mila casi con, al momento, 1.800 morti. La mortalità in Arizona è pari ad oltre l’1,9% ma il dato significativo è l’età dei conteggiati: in crescita tra i 14 e i 45 anni. Una tendenza di questo tipo non è mai stata dichiarata a livello scientifico fino ad ora.

La malattia da virus cinese nei giovani, NON provoca gli stessi livelli di mortalità che ci sono negli over 65 anni, ma distrugge l’appartato respiratorio diventando letale in seconda ricaduta.

Sicuramente è necessario un cambio culturale nella sensibilità alla pandemia che non colpisce più uno e non l’altro, ma tutti.