Per migliorare un assetto culturale bisogna farne parte

L’assetto culturale. Cos’è e di cosa stiamo ragionando? Andiamo per gradi. In Italia tutti possono parlare, ma pochi si riconoscono nel nostro assetto culturale. Ne deriva un eccesso di critica a fronte di una bassa partecipazione. Per poter contribuire alla società bisogna avere idee. Chi le produce? Ecco il punto.

Spesso partecipo in ANSA nei commenti dei diversi articoli. La massa della partecipazione si riduce a 4 battute spesso offensive. Quando si cerca di scrivere un pensiero compiuto ti censurano! Questa è la critica che si porta all’ANSA, non saper distinguere nella censura. Resta il fatto che la globalizzazione, il web e l’uso del social hanno sterilizzato la capacità di riflessione. Tutto è ridotto alla sintesi di un pensiero mai svolto. 

Dove sono le idee? Senza idee non è possibile partecipare a un dibattito. Certo si può tranquillamente essere spettatori, ma alla fine bisognerà votare. Questo “bisognerà votare” (concetto tradito in Italia da cui il golpe italiano) induce una decisione. Come si fa a decidere senza idee? E’ una domanda che va posta al cosiddetto Pd e al renzi.

Per far pare di un assetto cultura bisogna studiare, leggere, capire, scrivere. La scuola non aiuta in questo perché ha perduto la sua missione formativa. La crisi della scuola emerge dal disorientamento sociale. L’assenza di valori condivisi nella società pone la scuola allo sbando. Non resta altro che il “fai da te”. E’ necessario comprare libri e leggere, leggere e quindi ancora leggere. Non si legge in forma virtuale. Si legge con la carta, la matita per gli appunti e la carta per segnarli. Ci sono certamente delle scorciatoie ma sono per gli ignoranti. Infatti sono esattamente questi che sono oggi al governo non votati da nessuno. Il riferimento coglie il renzi del pd, nel caso volessimo avere nome e cognome.

L’assetto culturale non migliora senza persone migliori. Queste possiamo esserle solo noi per conto nostro. 

Parole scritte in una società dove si divorzia al 43% e ci si abbandona, nelle coppie non sposate, al 60% (stime). Dove ci sono 3 milioni di disoccupati e 5 d’immigrati stabili. Dove si aggiungono altri 5 milioni d’immigrati clandestini (stima). Qualcosa non funziona. Grazie cosiddetto Pd, grazie Matteo Renzi.