Partito democratico e Partito comunista si tratta di una semplice trasformazione (maquillage) da uno nell’altro organismo politico.

Da italiano e friulano (non ho dimenticato la binomio foibe e brigata partigiana “Garibaldi”/braccio armato del PCI, così voluto da Palmiro Togliatti) la sola parola “comunista” mi porta a rabbrividire.

Tradotto in termini diretti, al comunismo e ai comunisti, s’imputa una politica di sabotaggio alla Nazione perpetuata dal 1943 al 2020.

Su questa mia posizione insorge un mio carissimo e stimato studente di Economia Politica e Ragioneria, Andrea Fossati.

Fossati afferma: In realtà sono d’accordo con Lei su tutto tranne sul fatto che continui a chiamare “comunista” il PD che non lo era quando si chiamava PCI figuriamoci ora, dopo che nei primi anni ’90 ha assorbito mezza DC diventando un partito di centro.

Per rispetto intellettuale al mio studente, quest’affermazione merita approfondimento.

Nella Democrazia Cristina, partito nel quale ho militato come tesserato da ragazzo, erano presenti diversi correnti. Con mio grande dispiacere, già da allora (avevo 16 anni) c’erano i “dorotei”.

Aldo Moro, (segretario della DC) che stava per stipulare un accordo storico con Berlinguer, segretario del PCI, fu rapito dalle Brigate Rosse e poco dopo ucciso.

Se Moro avesse proseguito è possibile che avremmo avuto il PCI al governo o in appoggio esterno il che avrebbe rappresentato uno scandalo già allora.

Perchè scandalizzarsi dei comunisti al governo, ma chi sono questi comunisti?

I comunisti, vedi oggi la Cina comunista e quindi dittatoriale, sono individui che credono nel benessere collettivo anziché quello individuale che è invece patrimonio culturale della destra.

Per raggiungere il benessere individuale attraverso la società e la collettività, i comunisti giustificano e applicano anche la dittatura.

Il comunismo tradizionale è quindi l’affermazione del benessere collettivo attraverso il sovvertimento della società borghese mediante la rivoluzione.

Tradotto in termini correnti al 2020, è comunismo l’alta tassazione, l’indicazione dell’evasore come nemico pubblico, la fatturazione elettronica e la limitazione alla moneta.

Serve sempre un nemico come mobilitazione della base (poche faccia qualcosa)

In realtà limitare il contante è funzionale ad evitare il fallimento delle banche; tolto il contante, una banca difficilmente fallisce.

Una mentalità di sinistra e specificatamente comunista porta alla gestione diretta dei servizi di Stato (anzichè appaltarli a privati da controllare in base a capitolati d’onore).

Con questa mentalità uno studente, uno solo, costa allo Stato 6.500 euro/anno.

Quando guardo dentro allo studente, in termini culturali, specie sotto maturità, non riesco a trovarci quei 6.500 per 13 = 84.500 euro in cortesia, creatività, passione, invettiva e cultura!

Che fine hanno fatto 84.500 euro per studente quando ne portiamo alla maturità ogni anno mezzo milione?

Ecco la gestione dello Stato di stampo comunista senza arrivare alla dittatura come oggi in Cina e prima nei paesi socialisti.

Quanto qui elencato, in questo momento, ha una fonte ben precisa: partito democratico.

Il partito democratico, detto sbrigativamente PD, oltre ad essere naturale evoluzione del PCI (tutti i suoi dirigente sono transitati da, al nuovo partito) è anche protagonista di una mentalità di sinistra.

Nessuno contesta al Partito democratico la sua natura di sinistra, ma per essere specificatamente comunista si aggiungono determinati programmi.

Ad esempio; è tipico dei comunisti governare senza avere i numeri elettorali.

Questo vizio di natura si è applicato con un Presidente della Repubblica in nome dell’On. Napolitano, reo del primo colpo di stato in bianco italiano.

Il Napolitano “depose” l’eletto Silvio Berlusconi per il non eletto, capo del Governo Prof Monti (fu un disastro come esperienza di governo).

Lo stesso Napolitano favorì il non eletto Renzi a Capo del Governo che non scrisse pagine esemplari di storia per questa Nazione in ben 4 anni!!

Il democristiano di sinistra moroteo, traditore della DC, l’attuale Capo dello Stato Mattarella, ha favorito per due governi il non eletto da nessuno, Conte con gli effetti quotidianamente visibili da tutti.

Oggi il Partito democratico è al governo pur avendo perso le elezioni di marzo 2018; perchè? Nessuno l’ha capito.

Di fatto questo Partito democratico si comporta seguendo la più lunga tradizione del Partito Comunista, ergo, siamo con la stessa gente di ieri ancora oggi.

Quella “gente”, il PCI che con la CGIL criminalizzò l’utile dell’impresa per essere sconfessato dalla marcia dei 40.000 a Torino del 1981 (io c’ero).

Da quella marcia derivò la crisi del sindacato e dello stesso partito comunista che ne tirava la fila sul piano del governo della piazza.

Poveretti e cattivi i comunisti, già quelli cinesi sputtanati difronte al mondo nella responsabilità per cattiva igiene della popolazione (alla faccia di potenza mondiale). Poi quelli italiani ancora più miseri.

Il comunismo e il Partito democratico hanno bisogno di governare senza voti sufficienti, su programmi di statalizzazione che costano tanto e danno poco, con la complicità di traditori dello spirito liberale.

La conclusione è che il PD si comporta come se fosse il PCI, ergo, sono sempre comunisti!

Fine della lezione di sociologia politica; è sufficiente aprire il quotidiano per constatare quanto fallimentari siano le politiche governative di sinistra.

Come foto di copetina a questo studio si pubblica l’immagine di uno statista eletto dalla popolazione: il Signor Alcide Amedeo Francesco De Gasperi, a cui molto questa Nazione deve.

Per chi non conosce l’azione politica del Capo di Governo De Gasperi, s’invita a studiare il periodo 1946-1953 in Italia, il cosiddetto dopoguerra.