La crisi del Maghreb studi e riflessioni del prof Carlini

Maghred, il primo di questi articoli ha fatto molto scalpore. Nella sorpresa, agli imprenditori e manager che qui leggono, sentendosi dare degli impreparati alla globalizzazione, ma osservando quanto siano rimasti “presi in contropiede” dalla rivolta nel Maghreb, scatta il bisogno di reagire e organizzarsi.

Le domande che mi pervengono mezzo email e telefono, sono così sintetizzabili: va bene la critica, l’abbiamo recepita, grazie per aver sollevato il problema, ma ora cosa dovremmo fare?
La risposa è semplice. Se l’azienda è una realtà complessa dove ci sono uomini, mezzi e risorse da coordinare in un contesto di costante incertezza, allora l’imprenditore è troppo solo per poter governare il tutto. Non basta solo la moglie come consigliere, o il commercialista che ha almeno 300 clienti, quindi l’avvocato di famiglia.

Per gestire la realtà esterna ai mercati tradizionali, un’impresa globalizzata (altrimenti resta sempre un retrobottega familiare) ha bisogno di uno “stato maggiore”, ovvero di un clan di teste d’uovo con cui ragionare. Si apre così l’idea di un “comitato di crisi permanente”, dove l’imprenditore svolge il ruolo di vigile urbano, dirigendo il traffico delle idee e quindi pervenendo alle conclusioni.

Non basta più un responsabile di marketing capace d’interfacciarsi con il commerciale e la qualità, per finire con la produzione (caso di grandi imprese) perché questi personaggi sono figli dell’impresa e lì invecchiano. Al contrario, in altri mercati il turn over dei manager è decisamente molto più vivace che in Italia! Un manager dopo 2 o 3 anni di servizio, se non rinforzato da costanti corsi d’aggiornamento e se non studia è obsoleto.

In linea di massima un dirigente deve studiare almeno 500 ore all’anno, per mantenere il cervello fertile e leggere dai 12 ai 15 libri (non di narrativa) Ovviamente questo non avviene, per cui servono i consulenti affinchè si avvicendino (almeno loro) apportando idee, punti di vista e concetti.

Se i manager, afflitti da conservazione del posto e carenza di creazione d’idee, non sono utili alla definizione a aggiornamento delle strategie, (lo hanno dimostrato nel 2008 e ancora oggi per l’Albania e il Nord Africa, come domani sulla Cina) serve integrarli con i consulenti.

Ecco che si tratteggia un team di lavoro a tema, dove l’imprenditore, con preavviso pari a zero, possa accedere a un incontro “face to face” o anche on line, mezzo una banale cam e cuffia per l’audio per discutere di “un problema”, godendo del punto di vista di specialisti impegnati specificatamente in quell’area.

L’ideale sarebbe poter stabilire un’agenda d’incontri settimanale, così che “le parti” possono prepararsi adeguatamente e monitorare i diversi scenari.

Dove si trovano questi specialisti? Si tratta di docenti universitari, giornalisti, uomini d’affari non vincolati a una singola realtà aziendale, aziendalisti, giornalisti, intellettuali, professori e comunque personaggi che “pensano creando idee”.

Il costo per accedere a una concertazione costante su base semestrale o annuale, con questi produttori d’idee, viene generalmente considerato in forma forfettaria nell’ordine di un 500-700 euro al mese, ma il vantaggio di poter incaricare uno specialista, su una certa problematica da confrontare con il parere dei manager e dell’imprenditore, è d’indubbio valore nella formazione delle strategie d’impresa.

Ci sono degli islamisti, ricordo la Prof. Valeria Piacentini Fiorani dell’Università Cattolica di Milano, facoltà di Scienze Politiche che collabora con l’Università LUIS di Roma e il Generale Jean con cui già 4 anni fa, discussi di rivolte nel Nord Africa e del Maghreb, confermate poi nel 2008 e quindi oggi.

Ecco perché quando leggo il parere del Signor Squinzi della Mapei sulla stampa, che afferma: “sorpresi dalla rivolta in Maghreb” mi lascia interdetto sulla qualità della direzione d’impresa.

Concludendo, la soluzione per gestire una realtà complessa e globalizzata, comprendere la costituzione di uno stato maggiore a favore dell’impresa, che si allarghi soprattutto agli specialisti esterni, affinchè apportino quelle idee che chi vive l’azienda dalla mattina alla sera, non riesce (per pigrizia) a vedere e meditare. Buon lavoro.