L’islam è in contestazione in Iran. Una diversa prospettiva di studio sui recenti fatti sociali in Iran.

L’slam è in contestazione in Iran in questo momento. Non si tratta solo di un paese dittatoriale che ha scelto l’atomica al benessere sociale. La rivolta sociale iraniana coglie l’intero sistema islamico di vita quotidiana. In realtà tutti ci siamo chiesti come sia possibile che l’Islam resti ancora impermeabile alle istanze sociali globalizzate. In pratica, la fede islamica appare come un equilibrista camminando sul filo della storia sopra un incendio di grandi dimensioni. Si scotterà, cadrà perdendo l’equilibrio? sono i quesiti che ci poniamo.

Oggi la rivolta pacifica iraniana (è violenta solo da parte dello Stato religioso) spiega come il terrorismo islamico sia forse il colpo di coda del Medio Evo nella storia. Osservando sul lungo periodo gli eventi storici, anzichè restando a livello della cronaca, è possibile pensare a un crollo della civiltà islamica. A questo punto si apre però una considerazione importante: la gerarchia tra civiltà. Chi ha detto che le 9 civiltà del mondo sono tutte sullo stesso piano?

Dal 1946 all’ONU, per evitare quando accaduto nel secondo conflitto, si è imposto un pensiero. Tutti gli uomini sono uguali il che è vero in termini di chimica umana. Oggettivamente non è vero sul piano culturale, anche se questo non autorizza il razzismo. Ecco il punto cruciale! Riconoscere e ammettere che esiste una gerarchia tra chi è meglio e peggio, non comporta il disprezzo. Considerato che il confine è molto sottile, si è preferito “tagliare la testa al toro”. Così facendo però è stata uccisa la dialettica interculturale.

A riportare in equilibrio lo scontro culturale c’è tutto il tema dell’immigrazione. La gente emigra (scappa) da assetti culturali arretrati. L’Islam è in contestazione in Iran e la posta in gioco non è una Nazione sotto dittatura, ma una parte della popolazione mondiale tagliata fuori dal mondo moderno.