Università e schemi diversi a confronto tra oggi e pochi anni fa. Qualcosa è cambiato e non è detto che sia in meglio.

Università e schemi di maturazione mutati in questi ultimi anni. Mi spiego. Ai miei tempi (l’ultima laurea è stata conseguita nel 2014 e la prima nel 1997) era importante il concetto. Oggi gli studenti sono “schiacciati” da una marea d’esercizi pratici dove c’è il concetto ma non sempre. E’ il caso di microeconomia, un esame sbarramento della facoltà d’economia. Micro è un esame attivo anche in altri corsi di studio presentando più o meno lo stesso livello di difficoltà. In microeconomia si osserva una feroce divaricazione tra teoria e pratica.

Ecco come “ai miei tempi” era molto più importante capire il concetto, anzichè fare gli esercizi mentre oggi è il contrario. Ogni esercizio presenta delle applicazioni pratiche specifiche certamente collegate al principio, ma con un “qualcosa” di diverso. Fin qui il confronto tra ieri e oggi nell’Università, non appare difficile da accettare, se non per un dettaglio. La sottostima dell’assetto teorico persegue quella tendenza alla superficialità che si nota in tutto il processo globalizzato.

Mi spiego meglio. Università e schemi diversi non si limita a un ragionamento astratto. Si ha la netta tendenza che schiacciando sul pratico la preparazione degli studenti, si punti a farne dei periti anzichè dei dottori. In pratica dei pratici invece che dei concettuali. Questo è un pericolo! L’incapacità di “vedere” il quadro d’insieme, espone all’immaturità di valutazione e quindi giudizio assumendo soluzioni sbagliate.

La crisi subprime è nata grazie alla presenza di periti-pratici “al piano decisionale”. I grandi praticoni non avevano immaginato che al crescere delle case sul mercato i prezzi sarebbero poi scesi. Quanta immaginazione sarebbe servita per capirlo? (in senso ironico). Tutta la società globalizzata è accecata dai grandi temi perdendo di vista quelli essenziali. Basta osservare l’Italia alle elezioni politiche del 2018 per accorgersene!