Le personalità patologiche sono:

  • psicopatica;
  • narcisista;
  • schizoide;
  • paranoica;
  • depressiva
  • maniacale;
  • masochista e autodistruttiva;
  • ossessiva compulsiva;
  • isterica;
  • e dissociativa.

Si tratta di dieci mondi veramente diversi tra loro. Dieci inferni dove soffrire senza pietà né tregua alcuna. La sofferenza in questi casi è indicibile in quanto non concentrata nel momento, ma diluita nel tempo, nel lungo tempo, decenni e spesso l’intero ciclo vitale cosciente. Ovviamente in questa disgrazia sulla terra le vittime, i pazienti, i malati reagiscono nelle forme più diverse. Ci sono quelli coscienti che soffrono più di tutti, ma anche quelli che “fanno finta di nulla spiegando che il male non è dentro di loro, ma negli altri”. Questa tecnica per proiettare su altri il cancro che li divora dentro si chiama proiezione.

Spesso l’atteggiamento di scaricare a massa, sugli altri e sulla società, drammi interni e privati spiegando che il paziente è sano mentre è la società che si deve adeguare, contraddistingue il comportamento omosessuale.

Quali sono i caratteri che contraddistinguono le personalità affette da psicopatia?

I principali autori di riferimento sono Meloy (1988), Bursten (1973) e Stewart (1991).

L’atteggiamento dello psicopatico è assimilabile a una pentola che frigge senza cuocere nulla al suo interno. Si può definire: uno sforzo fine a se stesso.

I caratteri della personalità psicopatica sono:

  • richiede un’ossessiva predisposizione all’eccitamento per cercare di provare qualcosa;
  • il bisogno di sentirsi vivi (il che è sano) ma ricercato attraverso emozioni artificiali (uso di stupefacenti, abuso di cellulare, tabacco, Tv e alcool come fissazione su argomenti sostanzialmente insignificanti);
  • l’azione tende al controllo invece che alla riflessione; in pratica prima s’agisce e solo dopo si pensa!
  • l’azione continua, costante, permanente e fine a se stessa spiega lo psicopatico;
  • si tratta di un paziente (come riferiscono Meloy e Nancy McWilliams) che cerca ossessivamente di confondere i termini del problema ingenerando fraintendimenti del genere mischiare “diritti civili con stili sessuali” senza spiegarne natura e significato.