Impresa padronale. Già descritta nell’omonimo libro L’impresa padronale, si arricchisce su un nuovo caso di studio.

La più importante impresa italiana di un certo settore, ha recentemente elevato al ruolo di direttore generale un consulente aziendale. Bene! Evviva e onore a quest’azienda padronale che si affida a un consulente per la direzione strategica. Purtroppo però, quanto appare come un bell’esempio d’imprenditoria nazionale si traduce in errore.

Il consulente in questione ha un’elevata età. Per elevata s’intende over 70.

Oggettivamente la posizione di direttore generale è per una persona di grande esperienza umana e professionale.

Questo vuol dire collocarsi tra i 55 e i 65 anni. I manager è saggio che arrivino alla posizione di direzione dai 48 anni in poi.

Un buon manager è un 55enne. Francamente over 70 inizia ad essere un’età fuori range a meno che non si tratti di menti eccelse e geniali. 

Nel caso specifico il consulente over 70 proviene dalla qualità. Anche questo particolare non è svantaggioso se ben interpretato. 

Purtroppo, però, nel caso in esame, gli over 70 anni e la mentalità “di qualità” hanno prodotto un blocco dell’azienda. In pratica il direttore generale ha posto tutti contro tutti. Paralizzato ogni attività. Per ogni passaggio decisionale vuole il modulo. La comunicazione tra reparti deve avvenire per modelli a crocette. Interviene sul personale chiedendo il rispettivo livello stipendiale generando gelosie tra dipendenti. 

Ancora una volta l’impresa padronale, pur affidandosi a manager e consulenti per il vertice, non riesce a centrare gli obiettivi.

Che sia finita l’era delle aziende condotte da padre-figli o comunque limitate alla famiglia?

Certo che osservare questo caso applicato sull’azienda leader in Italia, fa male! E’ vero che la proprietà vorrebbe vendere, ma qui rischia di svendere!

Quanto costa un’impresa al top italiana? 10 milioni di euro è la richiesta. Con questa direzione aziendale presto si ridurranno a soli 7 a scendere. Perchè un simile spreco? L’impresa padronale si conferma non adeguata ai tempi.

Serve al contrario che s’innesti nella famiglia padronale un robusto corpo di manager in perfetta sinergia tra loro.

Manager che si alternino negli anni (non sono impiegati statali!) Il buon manager ogni 5 anni cambia azienda.

Questi sono gli ingredienti di un sano copro dirigenziale per aziende globalizzate e integrate.

Ovviamente guai a quei manager che restano nello stesso settore. Questo significa avere gente sterile in casa.

I recenti risultati del sistema industriale italiano confermano la sterilità delle idee. Peccato.