Evasione fiscale come concetto e analisi. Il problema della differenza tra tasse riscosse e attese che angustia così profondamente ogni Governo e studio sull’argomento,  oggettivamente ha la sua rilevanza anche se non fondato da un reale sistema di calcolo oggettivo e di corretta quantificazione.

Nel dibattito nazionale si usa il termine «evasione» come se fosse un dato acquisito e scontato da sottolineare a seconda dei diversi orientamenti politici di parte.

Il problema “evasione fiscale” è ovviamente mal posto e si teme che sia appositamente strumentale per coprire altri passaggi che non si vogliono discutere.

Tra le diverse e ovviamente opposte valutazioni sul tema ci sono degli aspetti che invece oggettivamente vanno considerati:
– ad esempio uno studente in Occidente e quindi in Italia, costa 6.900 euro/anno nel percorso formativo di 13 anni fino al diploma per salire a 11.500 euro anno se iscritto all’università. A conti fatti un nostro diplomato è costato quasi 90mila euro e un laureato intorno ai 130mila euro. Per quanto concerne i primi 13 anni di formazione, le famiglie spendono sui 150 euro perché richiesti dalle Scuole a quasi 500 per libri e cancelleria. Può lo Stato permettersi questi livelli di spesa?

– il PIL italiano «fatto 100» sostiene una spesa pubblica che oscilla tra il 147-161% ovvero spendiamo il 47/61% in più rispetto a quanto prodotto. Può lo Stato permettersi questi livelli di spesa?

– i pensionati ricevono una massa di reddito superiore a quanto hanno effettivamente risparmiato tramite contributi. Può lo Stato ….

– Nella sanità vengono erogati farmaci e servizi che richiederebbero un sistema diverso d’aiuto sociale. Può lo Stato ….

La lista può proseguire contribuendo a definire il «problema evasione fiscale» su un altro livello che chiama in causa il concetto e applicazione di Stato sociale.

In pratica il ragionamento non è quanto entra nelle casse dello Stato, ma fino a che punto la Nazione deve garantire qualcosa ai cittadini?

L’analisi tecnica e riflessione termina qui perché la prosecuzione del ragionamento è solo e squisitamente politica.

Con questi passaggi d’analisi logica si conclude che l’evasione fiscale è solo un “cerotto” applicato sulla ferita contabile dello Stato. Uno Stato che ancora non ha stabilito una relazione tra PIL e servizi erogati.