153mila morti causati dal virus della polmonite cinese, detta “covid 19” per non far emergere la responsabilità della Cina nella vicenda. Un non far emerge che non vale nelle aule di Tribunale dove già in 2 sedi giudiziarie (mi pare Monza e Belluno) la Cina, pur non presentandosi, è stata citata in giudizio per danni.

Chi li paga 153morti? la Cina!

Quanto qui scritto non vuol ribadire e ricordare la responsabilità cinese nei fatti (ancora non hanno imparato ad evitare di mangiare serpenti e pipistrelli a tavola) perchè questo atto di civiltà è stato sistematicamente rammentato in questo sito. Il punto è un altro.

Camminando per le strade italiane, noto un totale disinteresse ai 153mila morti. Tutto è tranquillo, rituale, avviato come in un tran-tran abituale.

Il pensiero e lo sconcerto non si limita ai 153mila deceduti soffocati di polmonite cinese, ma s’estende ai 300mila caduti nel secondo conflitto.

E’ possibile che anche nel 1940-1945 ci sia stata altrettanta passività verso i caduti in guerra?

Credo di no, ma solo perchè ci sono stati i bombardamenti alleati che hanno costretto gli italiani a vivere il momento storico. Bombardamenti sui centri urbani e fame. Tolti questi aspetti è probabile che l’intero impianto del conflitto sarebbe passato in sordina. Anzi no, vanno ricordarti i tedeschi che hanno dato la caccia ai partigiani e i connessi rastrellamenti germanici per le azioni dei primi. Vanno aggiunti italiani che si sono sentiti fedeli alle scelte già fatte nel 1940 e quelli che invece hanno abbracciato gli alleati. In effetti di “carne al fuoco” c’è n’è stata senza dimenticare le uccisioni che i partigiani hanno praticato a danno della popolazione civile e istriana.

In questo ragionamento a voce alta, credo che negli anni 1945-1948, la sensibilità verso 300mila morti sia stata più vissuta rispetto quella di oggi per i morti da polmonite cinese.