Yahoo è uno dei tanti operatori del mondo virtuale, quello dove non ci sono contenuti ma solo sintesi (oppure meglio, i contenuti ci sono, ma per essere capiti ed acquisiti vanno stampati non solo letti).
Partendo quindi da un mondo superficiale che se c’è bene, ma se non ci fosse cambia poco (pensiero poco condiviso ma reale) Yahoo si offre per gestire la posta elettronica.
Mamma mia che schifo! Una casella email infestata dalla pubblicità a destra, sinistra, sotto, sopra, una cosa famelica e da matti. Orribile!
Uso la casella di posto elettronica Yahoo da 1999 ed oggi, 23 anni dopo penso seriamente d’abbandonare questo mezzo di comunicazione per passare su altro. Probabilmente gmail sarà la nuova casella di posta elettronica dove si riesce a vivere senza essere afflitti da un eccesso di pubblicità.
La condizione operativa di Yahoo è quella del soffocamento. Significa spazio ridotto alla lettura dei testi e rapido ripristino degli spazi pubblicitari se cancellati.
Questo disagio (barbaria della comunicazione) è stato già segnalato all’operatore virtuale Yahoo, qualcosa come 1.500/1.800 volte tra il mese di luglio e settembre, ma prosegue senza modificazioni.
Ovvero, qualcosa è cambiato: Yahoo scrive delle email a chi protesta, spiegando che per vivere deve vendere pubblicità. Ma in queste condizioni chiuda e facciamo prima.
Nel caso il marchio Yahoo si sia ridotto a soffocare lo spazio comunicativo con l’eccesso di pubblicità è bene che chiuda per scomparire.
Lo stesso pensiero matura guardando i telegiornali in TV negli Stati Uniti. Oltre a concedere un logorroico spazio agli intervistati (che annoia terribilmente lo spettatore) anche nel telegiornale americano c’è più pubblicità che comunicazione.
Con queste condizioni lo spettatore è costretto al rapido cambio di programma per cercare di seguire un filo logico informativo nello zig-zag tra canali.
La conclusione è ovvia: lo spegnimento della TV, la selezione dei canali, la noia pubblicitaria.
Povero Yahoo.