Il voto elettronico un voto fasullo. Si prosegue a credere nel mito del web.

Il voto elettronico, per come si sta sviluppando in Lombardia è disastroso. Cosa vuol dire? Gli stessi presidenti di seggio avrebbero dovuto allestire i seggi con le macchine per il voto. Di fatto non sanno come fare e si sono arrangiati. Questo vuol dire che chi ha tutti i fili per terra, chi li fa passare sopra i seggi, chi ha chiuso senza l’ok dell’informativo, etc.. FERMO RESTANDO CHE IL CONCETTO DELLA CONSULTAZIONE E’ CORRETTO, VALIDO E NECESSARIO, qui la contestazione è solo sul modo. Il voto elettronico si conferma come un fasullo.

Fasullo perchè corrompibile da chi è un hacker. Gli esempi di Francia e Stati Uniti parlano da soli. Non solo. Ogni seggio è organizzato a modo suo da Presidenti che si sono arrangiati. Cosa si sarebbe dovuto fare? E’ semplice. Chi ama l’innovazione “non la può sbatterla sul tavolo” come dato acquisito. In realtà poi d’acquisito non c’è nulla. Questa è la storia eterna della globalizzazione che si ripete: una presunzione unica!

Si sarebbero dovuto convocare tutti i Presidente e segretari di seggio, per sole 3 ore una settimana prima del voto. A queste persone si sarebbe dovuto mostrare il seggio “tipo”. Quindi impegnati nella manualità del montaggio della macchina e degli obblighi tecnici d’assicurare.

Una formazione preventiva non è stata fatta: peccato. La critica qui presente NON tocca assolutamente il senso e le prospettive del voto. Certo c’è chi critica tra i costi e l’opportunità stessa del referendum. In forma draconiana voglio tagliare di netto ogni polemica affermando che il voto è sempre un atto di civiltà. Si possono dire tante cose anche che questo referendum è una mobilitazione pre-elettorale. Potrebbe essere vero, del resto non guasta in una Nazione dove ci si reca al voto troppo poco, lasciando che pochi si spartiscano le poltrone. Il Pd “campa” grazie all’astensionismo!