Indipendenza catalana e isteria. Se la politica gioca sulle emozioni facili.

Indipendenza catalana e isteria, è il primo pensiero che viene in mente osservando quando sta accadendo a Barcellona. Ovviamente c’è un intero “popolo” affascinato dallo schiamazzo e dalla voglia di “fare qualcosa”. Si nota, in epoca globalizzata, inflazionata dall’uso/abuso del web, un effetto contagio di sovra eccitamento collettivo. In prativa un’intossicazione vera e propria che conduce naturalmente alla violenza.

E’ curioso osservare come, al calo della violenza istituzionale tra Stati, ci sia un’importante impennata di voglia di violenza individuale. E’ come se si assistesse a una forma di compensazione per una dose di violenza non comprimibile. Ecco che il ragazzo uccide la fidanzata o la “compagna” (gente che non ha avuto il coraggio di formalizzare il rapporto affettivo). Si torna a studiare quel 43% di divorzi tra coppie sposate. Non solo. Anche quel 60% d’abbandoni (dato stimato rispetto il pretendete di fonte ISTAT) tra coppie normali non coniugate. Quindi i litigi in discoteca e a scuola. Perchè no, anche quelli in famiglia! Che torre di babele del nervosismo e della voglia di violenza.

In un quadro sociale così danneggiato, emerge l’indipendenza catalana come una forma d’isteria collettiva.

In pratica cosa accade? una forza politica “x” punta alla notorietà soffiando su un atavico senso d’indipendenza. Sotto questo punto di vista, ogni regione di tutti gli stati del mondo ha motivi di “indipendenza”. Lasciando in santa pace i ricordi storici, la forza politica “x” cerca l’affermazione provocando lo scontro. Lo fece anche la Giunta militare Argentina nel 1982 occupando le isole Falkland/Malvinas. E’ la stessa cosa. Accade anche nelle nostre coppie, dove si litiga solo per farsi notare.

In una situazione d’irresponsabilità politica, la DESTITUZIONE è d’obbligo. Si chiama RESPONSABILITA’. Il “governo locale catalano non è idoneo alla missione quindi è sciolto. Perchè tanto baccano? E’ come il licenziamento dell’impiegato pubblico assenteista. SI CHIAMA RESPONSABILITA’, un concetto NON usuale in epoca globalizzata.