Sulla critica relazione uomo-donna. Studi della personalità.

La critica relazione uomo-donna che si risolve in complementarietà richiede qui, ora, un approfondimento. Ho assistito a un dialogo tra 2 persone particolarmente audace e interessante. Lui afferma d’aver cercato l’amore e la relazione stabile con una donna sin dai suoi 15 anni. Sistematiche le ragazzine che gli piacevano gli hanno detto NO. Quindi si è rivolto a tutte in “forma industriale” ricevendo altrettanti “NO”. Non che si brutto, ma il ragazzo di allora, oggi uomo maturo, approcciò in forma errata. Chiese, senza ottenere, un rapporto di coppia stabile su cui costruire una vita e una famiglia. Le ragazzine di allora inorridirono.

Giunto ai 20anni il ragazzo parte per trovare lavoro, l’ottiene e si stabilizza economicamente. Cerca ancora tramite agenzia matrimoniale, ma non trova. Le agenzie gli chiedono se voglia la donna come meridionale/settentrionale, orfana o con i genitori e così via. Lui disperato accetta il consiglio di un collega: vieni a Milano a conoscere una mia amica. Di fatto, lui e la nuova lei, amica dell’amico, si sono sposati andando oltre i 30 anni di matrimonio con 2 figli.

Lei, ascoltando con attenzione, scuote il capo. La donna è iper 50enne e sola, non ha mai avuto un uomo stabile. Afferma: mai accetterei un uomo che cerca a random la prima che gli dice “si”. Ne voglio uno mio che si mi cerchi e si dedichi solo a me. In effetti però non l’ho mai trovato.

Cosa emerge dal racconto tra questi adulti? Difficile affermare chi abbia “ragione” oppure no. La critica relazione uomo-donna impone però una riflessione.

Lui ha cercato “materia prima” da trasformare, insieme, in una relazione d’amore continuativa. Lei vuole il rapporto personale e individualizzato (che non ha trovato). All’uomo, in questo caso, basta iniziare per correggere successivamente il corso della relazione d’amore. La donna non parte se non “a chiamata” per nome.

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