Stefano Zamagni e la storia economica: il Cinquecento. Prosegue il commento al testo “Economia politica” del prof. Zamagni. Articolo numero 3 della serie.
Stefano Zamagni e la storia economica sono argomenti strettamente collegati. Si tratta di una connessione interdisciplinare non comune agli altri economisti. Solitamente chi “insegna” economia, non ne conosce la storia. Non è un segreto che da queste parole emerge la contestazione all’attuale sistema d’insegnamento dell’economia nelle nostre università.
Materie economiche come microeconomia, macro, economia politica, e finanza sono attualmente schiacciate dal peso della matematica. Che inutilità!
Lo studio dell’economia, restando nella trappola della matematica, espone alla stupidità e alla non compresione dei fatti economici globali e nazionali. Si tratta di concetti che hanno capito solo i più recenti premi Nobel all’economia assegnati, non casualmente, a professori di psicologia comportamentale (ultimi 3 anni).
Stefano Zamagni e la storia economica sono fuori da questo schema critico. W lo studio della storia economica per capire l’economia.
Chiarito il contesto e proseguendo lo studio sul testo del prof Zamagni, ecco il Cinquecento!
Link dei precedenti articoli:
a) http://lnx.giovannicarlini.com/lorganizzazione-economica-di-una-societa-per-evolvere-zamagni/
b) http://lnx.giovannicarlini.com/stefano-zamagni-corso-di-economia-politica-commento-al-testo/
La linea di frattura tra il Medio Evo e il “nuovo”, che sarà il sistema capitalistico, si conclama nel Cinquecento. L’atto concreto si consuma nella perdita del possesso dei beni di produzione da parte dei piccoli artigiani. Il prof Zamagni si esprime con queste parole a pagina 25. I piccoli artigiani sono privati, dagli alti costi dei macchinari, dal controllo sul processo di produzione. In queste condizioni, le persone che avevano conquistato un iniziale agio sociale, si trovano costrette alla vendita della propria forza lavoro come unica fonte di sostentamento.
Il passaggio da artigiani e proletari avviene in quattro mosse:
– la diffusione del lavoro a domicilio;
– recinzione delle terre iniziata in Inghilterra;
– aumento della popolazione;
-la straordinaria duratura inflazione, provocata dall’ingente afflusso d’oro e argento dalle Americhe. La prolungata inflazione è quel fatto che si teme per l’italia e l’Occidente a partire dall’autunno 2018.
Articolo numero 3 della serie