Spiegando ai figli la crisi politica emergono molte perplessità sulle anomalie tutte italiane che ci affliggono. Ho un figlio al terzo anno dello scientifico e una al secondo di università in economia. Francamente vorrei che fossero loro a spiegarmi cosa accade sul piano economico politico e sociale nella Nazione, invece questo non avviene! “Ai miei tempi” (evidentemente sono vecchio) ero io a punzecchiare i miei discutendo di fatti della vita.

Comunque, la crisi politica del dicembre 2012 impone un confronto tra idee ed ecco che spiegando la crisi ai figli prende sostanza.

Il primo aspetto da chiarire e ancora poco discusso nel Paese E’ LA FINE DELL’ANOMALIA ITALIANA. Finalmente è finito un governo non votato dal Paese.

Tutto quello che ha fatto dovrebbe essere posto al vaglio di legittimità, (anche se non accadrà e resta il giudizio storico) perchè il “governo” Monti non deriva dalla volontà diretta della Nazione. Nascondersi dietro un Parlamento interessato a raggiungere i minimi di pensione, non è la formula più adeguata per darne giustificazione.

Il Parlamento non aveva mandato per varare un governo non votato dalla Nazione. Al contrario lo stesso Parlamento poteva ricercare una soluzione di minoranza tollerata per l’emergenza. Invece è stato avvallato un qualcosa di totalmente estraneo al corpo elettorale. Su questo aspetto c’è la responsabilità politica e storica di un attentato alla Costituzione dell’attuale Presidente della Repubblica. 

Chiarito che c’è un problema di fondo non risolto, con precise responsabilità istituzionali, che vanno definite e attribuite al duo Napolitano-Monti, passiamo al secondo aspetto più tecnico:

E’ FINITA LA GUERRA DELLO STATO CONTRO I CITTADINI. Qui il confronto si fa duro.

Il cosiddetto “governo Monti” ha “affrontato” la crisi rivolgendosi direttamente alla parte più debole della società: i cittadini. 
Lo ha fatto prelevando soldi a tutti noi anzichè incidere sulla PA.

Spiegando la crisi ai figli servono degli esempi. Con 8.090 comuni non si capisce il ruolo di 110 provincie e 20 regioni, se non assicurare uno stipendio alla casta politica-partitica (con il risultato di non avere figure del calibro di Cavour, Giolitti e De Gasperi sulle quali poter contare). L’azzeramento delle Regioni/Provincie, volute nel 1975 quale attuazione della Costituzione, ha prodotto solo un sottobosco politico senza produrre idee.

E’ stato troppo semplice prendersela con i cittadini. Spiegando la crisi ai figli si nota la loro vistosa perplessità.

Facendo un esempio ai miei figli il riferimento corre alla nonna che se non pagasse l’IMU sarebbe da considerarsi un evasore; per cui un pericolo pubblico (ci siamo fatti carico delle tasse dei nostri vecchi).

Indubbiamente c’è l’evasore (lo siamo tutti) ma la criminalizzazione ha comportato una frattura stato-cittadino con un uso indebito di cartelle esattoriali e polizia tributaria. Non è questa la strada per compattare il Paese, ma consentendo ai privati, ad esempio, di devolvere le loro tasse alla scuola frequentata dai figli e altre forme di personalizzazione come assumersi i costi del lampione in strada davanti casa. 

Inoltre l’esecutivo ha sbagliato quando chiede ai cittadini e non allo Stato, di soffrire oggi per un futuro migliore. Più o meno, in casa con 4 persone consumiamo 60 euro al giorno di cibo. Se non mangiassimo per 10 giorni avremmo sicuramente 600 euro a fronte di 10mila di debito. Monti ci ha chiesto di non mangiare perché così avremo più soldi per pagare i debiti. Concetto giusto ma applicato male! E’ vero che dobbiamo fare qualcosa, però stiamo ammazzando il paziente per distruggere il virus.
L’azzeramento della nostra partecipazione alle Olimpiadi come sede ospitante è stato un’altro errore.

Ecco dov’è la differenza tra un politico e un tecnico.

Sulla questione dei 1.000 euro di contante oltre il quale si è un criminale per non aver ottemperato alla legge, serve alle banche per limitare il flusso di denaro, anzichè per questioni d’ordine pubblico. Il precedente limite di 2.500 euro era adeguato.
E qui veniamo alla questione della sicurezza. Parliamo dei condannati. Chi ha espiato la pena, quante altre pene deve smaltire? In Italia ci sono 20 milioni di cittadini che sono parte in una causa, Ci saranno almeno 10 milioni, se non di più, di condannati di cui 50mila in carcere.
Che la pena vada scontata non ci sono dubbi, ma siamo certi che il solo averla subita debba cancellare dalla società un cittadino? 
Ovviamente non si parla a favore di crimini efferati ma anche per questi va stabilito un reingresso nella società, che si misura con il fine pena. Perchè perdere una fetta di italiani che hanno sbagliato e pagato? 
Su questo aspetto s’innesta ora una nuova figura: “l’evasore” nel ruolo di criminale per non aver pagato le tasse. Si tratta di una caccia alle streghe che ha un fondamento ma troppe esagerazioni. 
Il “governo”, che ha abusato della nazione per 1 anno, è stato superficiale.

Per il futuro, sulle elezioni, chi vinca sarà certamente espressione del Paese che andrà rispettato perchè frutto di tutti noi. Viva la democrazia anche se è stata sospesa per 1 anno.
Queste cose le avrei volute sentire più che dover ricordare invece mi sono trovato spiegando la crisi ai figli.