PT Italia, mamma mia, ogni volta che si ha a che fare con questa struttura dello Stato (che si finge società privata) vengono i dolori.

In un atto di finzione pubblica le ferrovie, la posta ed altri organismi, hanno volutamente smesso d’essere Istituzioni per diventare “società” pur nulla cambiando nel ruolo svolto.

Queste solo le riforme che non si capiscono. Contenti loro..

Chiarito che ci troviamo in una fase d’aperta crisi della democrazia e dello Stato, questo in particolare in Italia, dove la democrazia è sospesa dal 2011 con Capi di Governo in carica non eletti da nessuno, anche le Poste Italiane ci mettono di loro.

I FATTI

Il cittadino si reca alla Posta per pagare 2 bollettini postali. L’operazione in se non è particolarmente complessa. L’operatore postale ricevuti i bollettini, ci lavora sopra inserendoli nel sistema, riceve il controvalore in denaro, consegna il resto. Fin qui nulla di speciale. Il cliente però ha qualcosa da dire.

Dove si trova lo schermo che attesta l’operazione, dov’è possibile verificare che il resto consegnato è corretto?

L’impiegato afferma che è il cliente che deve già avere queste informazioni. Con un’affermazione di questo tipo ci si rende conto d’essere di fronte al non interlocutore (il classico soggetto che prende lo stipendio a fine mese senza capire quello che fa).

Notato il direttore in fase d’ascolto, ma che non è voluto intervenire (eccone un altro che non è qualificato al ruolo per cui è pagato) il cliente ha dichiarato in chiaro: voglio vedere lo sviluppo dell’operazione in nome della trasparenza.

La PT tramite il suo “dipendente” afferma: la trasparenza è Lei che la deve mostrare a noi. Il cliente replica: la trasparenza non la si richiede, la si mostra!

A quel punto PT italia offre lo strumento del reclamo. Anche questo mezzo di comunicazione indica l’incapacità a gestire la missione affidata nell’interesse del cittadino.

Una volta c’era la Posta come Istituzione, oggi non si sa cosa sia.

lira